Valceresio - 07 maggio 2025, 09:43

Viviamo Induno Olona: «Privatizzazione di Asfarm? Non poniamo fine a un’esperienza simbolo di eccellenza»

Il gruppo di minoranza in consiglio comunale esprime perplessità sulla privatizzazione dell’azienda sanitaria: «Assurdi vincoli normativi e dinamiche di mercato hanno creato non poche difficoltà. Questa amministrazione pensa di porre rimedio privatizzando il capitale, cambiandone radicalmente pelle e vocazione. Nessun pregiudizio verso l’operatore privato, ma prima occorrerebbe capire ruolo e destino di Asfarm nei prossimi vent’anni»

Il centro Asfarm, in via Jamoretti a Induno Olona

Il centro Asfarm, in via Jamoretti a Induno Olona

A partire dall’inizio degli anni Settanta cittadini impegnati nell’amministrazione civica coltivarono un sogno dimostrando grande capacità di visione e coraggio: quello di costruire una residenza in cui gli indunesi potessero trascorrere serenamente gli ultimi anni della loro vecchiaia. Sempre in quegli anni la saggezza amministrativa di alcuni portò a immaginare e costruire una farmacia comunale nella parte del paese oggetto di espansione edilizia.

Si sviluppò poi l’intelligente idea di dare vita ad una gestione condivisa degli ambulatori da parte di un gruppo di medici di famiglia.  Negli anni si aggiunsero un centro prelievi ed un poliambulatorio specialistico. Tutto questo costituisce ASFARM, frutto di intelligenze e competenze che ancora oggi rappresentano un’esperienza unica ed esemplare.

Ma oggi cosa sta accadendo? Negli ultimi anni assurdi vincoli normativi e dinamiche di mercato hanno creato non poche difficoltà a chi deve gestire un’azienda che fatica a competere con altre realtà che operano nel privato e sono perciò prive dei vincoli che affliggono il pubblico: fare acquisti e reperire personale specializzato sono criticità non facili da superare. Ci sono poi limiti dimensionali evidenti: la necessità di spazi maggiori, soprattutto per il polo di via Jamoretti, ma anche per il Centro Polivalente Anziani.

A queste difficoltà la Giunta Castelli pensa di porre rimedio privatizzando il capitale di ASFARM, cambiandone radicalmente pelle e vocazione. Siamo proprio sicuri che non siano possibili sinergie tra soggetti pubblici allargando i confini dell’operatività aziendale? Sicuramente il socio maggioritario privato avrà un unico interesse: remunerare il capitale che andrà ad investire.

Non c’è alcuna pregiudiziale ideologica verso l’operatore privato ma prima non occorrerebbe capire quale può essere il ruolo ed il destino di ASFARM per i prossimi dieci/vent’anni?

A oggi, i documenti programmatici dicono poco: forse, prima di spendere soldi per capire come privatizzare, la Giunta Castelli ed il cda di ASFARM avrebbero dovuto indagare più a fondo quali sono i bisogni socioassistenziali di Induno Olona e della Valceresio.  Quali servizi servono e quali investimenti richiedono? Quali soggetti possono rispondere in modo adeguato? Ma la strada intrapresa è quella di porre rapidamente fine ad un’esperienza che faticosamente negli anni si è evoluta e rappresenta un simbolo di eccellenza. Si è scelto di ragionare sul mezzo dimenticando prima di capire quale sia il fine da perseguire. Ma ciò non stupisce, la cultura manageriale e tecnocratica non crede nella partecipazione crede solo nella propria autoreferenzialità. Mentre aspettiamo le mirabolanti soluzioni promesse in campagna elettorale attendiamo con preoccupazione di vedere cosa succederà al gioiello più prezioso della collezione!

Il gruppo Viviamo Induno Olona

Redazione