«Volevo dirti che ho ceduto all'imperdonabile tentazione di pubblicare un libro, e che vorrei dartene una copia in omaggio, preferibilmente di persona». Qualche giorno fa su Messenger mi arriva questo scritto, mittente Raimondo Fassa. Sorpresa, ma non tanta, e infinita curiosità di sapere di cosa si tratta. Questa mattina, alle 9,30 spaccate, più preciso di un Rolex Daytona, ecco l’ex Sindaco (maiuscola obbligatoria) di Varese che suona il campanello e mi porge la copia del libro, davanti a un cappuccino con latte di mandorla preso al vicino Maculan.
Gli si perdona la tentazione, il libro lo rispecchia in pieno (ne parleremo diffusamente dopo la lettura), si tratta di 12 lettere immaginarie che Casanova potrebbe aver inviato a Robespierre, in realtà scritte di sana pianta dall’autore attingendo in parte all’“Histoire de ma vie” del Cavaliere di Seingalt e in parte da memorialisti dell’epoca. Un miscuglio affascinante, con la copertina creata dallo stesso Raimondo con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, di cui è appassionato fruitore, naturalmente “cum grano salis”. Intanto una piccola anticipazione da “Lettere a Robespierre – Giacomo Casanova all’ombra della Rivoluzione francese”: lo scrittore ex eurodeputato approfitta della penna del grande seduttore, avventuriero, cabalista ma diplomatico e analista politico finissimo, per dire la sua sul mondo di oggi e sulla crisi dell’Europa. Il libro, autoprodotto, si trova in vendita su Amazon.
Fassa sta tra Tunisi e Gallarate, con puntate a Varese, sta tramando altri libri e possiamo garantire che se ne leggeranno delle belle.