Nella serata di ieri - venerdì 11 ottobre - è andata in scena al Teatro San Giovanni Bosco di Busto Arsizio la prima nazionale dello spettacolo “Plasticamare”. Si è aperta così la stagione di questo teatro, con una rappresentazione che vuole far riflettere su come l’umanità stia rovinando la terra, e di conseguenza distruggendo se stessa, senza rendersene conto.
«Quella del San Giovanni Bosco fa parte della stagione teatrale cittadina - ricorda Manuela Maffioli, assessore alla Cultura di Busto - che conta 60 spettacoli rappresentati in 8 sale diverse. È bello assistere: a teatro si entra in contatto con messaggi, valori, spunti di riflessione. Si vive la dimensione della comunità. Certo - continua - si può usufruire della cultura anche in solitudine. Ma la sua vera potenza è la condivisione, perché la cultura è crescita ed elevazione. Ecco perché si dovrebbe andare a teatro, e non solo in questo. Ogni palcoscenico ha una sua specificità e una sua identità. Facciamo passaparola e riempiamo queste sale. Il loro senso sta nel loro contenuto: gli spettatori e quello che va in scena in favore del pubblico».
Lo spettacolo “Plasticamente”, tratto dal classico della letteratura “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway, ha voluto far riflettere gli spettatori sul tema dell’inquinamento ambientale - e in particolare delle isole di plastica che imbrattano i mari - tracciando la storia di un vecchio e saggio pescatore che, di fronte a questo danno, non può che soccombere.
Grazie all’abilità degli attori Laura Negretti e Diego Paul Galtieri, della compagnia Teatro in mostra, in sala si è percepita la disperazione di un anziano uomo di mare. L’unico che - di fronte ad una società meschina e superficiale - si è accorto dei veri problemi che affliggono il pianeta a causa dell’essere umano. Un pianeta che può essere salvato dalla sensibilità di quelle poche persone che ancora credono nell’unione tra uomini e rispettano la natura.
Ma non è solo l’inquinamento il tema di attualità su cui lo spettacolo vuole porre l’attenzione: l’emarginazione sociale, l’esclusione, l’egoismo, la voglia di apparire invece che di essere, l’essere concentrati su se stessi, l’eccessivo uso dei social network, la mancanza di umanità. Sono queste le mancanze della società di oggi. E, se non verranno risolte, gli uomini si distruggeranno con le loro stesse mani.