Il materasso è la felicità, cantava Renzo Arbore. Difficile, però, che quanti vivono e lavorano in piazza XXV Aprile, o dintorni, pensino la stessa cosa, almeno quando posano lo sguardo sull’area prospiciente la vecchia caserma dei Carabinieri. Da oltre una settimana, è arredata con un materasso, abbandonato da qualche incivile vicino al contenitore Agesp per rifiuti tessili (ce ne eravamo occupati una prima volta, dopo qualche giorno di permanenza, QUI, foto anche in fondo). Oggi il materasso è ancora in piazza, insieme all’accessorio che l’ha accompagnato fin dal primo momento: un ventilatore rotto.
Qualcuno, probabilmente nella speranza di una rimozione, ha spostato entrambi vicino a un cestino della spazzatura. Hanno preso pioggia per un po’, poi sono stati di nuovo trasferiti nella collocazione originaria, il materasso un po’ più umido e flaccido.
Resistono lì. Non lontano ci sono panchine disastrate e inutili, trasferite tempo fa dal centro cittadino (sotto di esse si accumula sporcizia di vario genere) e un’area verde dalla quale affiorano una ruota di bicicletta (anche questa raminga, nell’arco di almeno un mese è stata appoggiata a diversi cestini della spazzatura fino a trovare riparo sotto a un albero), qualche rimasuglio vegetale dovuto a sfalcio, un paio di rami di diverso calibro. Ma, di nuovo con Renzo Arbore, il materasso è di più, «…il materasso è il massimo che c'è».