Un tavolo di confronto con Beko Europe e il coinvolgimento di governo e ministero per scongiurare il ridimensionamento dell’attività produttiva.
Lo chiede l’intero Consiglio regionale lombardo, che ha approvato all’unanimità la mozione presentata da Luca Ferrazzi (gruppo misto) e sottoscritta da diversi colleghi, di ogni gruppo. E, su proposta del leghista Emanuele Monti, il l’assise richiederà un’audizione urgente in commissione dei sindacati e dei rappresentanti dell’impresa.
«L’azienda ci dica che cosa vuole fare», il messaggio.
L’esponente gallaratese del gruppo misto ha portato oggi in assise la crisi dell’ex Whirlpool di Cassinetta di Biandronno. Ricordando che dallo scorso 1° aprile, per sette siti presenti in Italia è diventato operativo l’accordo tra l’americana Whirlpool e la turcha Arcelik sotto il marchio Beko Europe.
«Un pesce d’aprile – ha detto Ferrazzi –. Degli 11 siti produttivi, ad oggi senza rapporto con le parti sociali sono stati chiusi quelli nel Regno Unito e in Polonia. Beko ha in progetto di ampliare lo stabilimento in Turchia. C’è stato incontro al ministero delle Imprese lo scorso 25 giugno che non ha sortito alcun risultato: nulla è emerso sul piano industriale e sull’impegno per gli stabilimenti italiani». Ferrazzi ha affermato che «a Biandronno sono occupati 2.200 lavoratori», paventando con timore un «impatto devastante per loro e per il tessuto produttivo della Lombardia».
Samuele Astuti (Pd) ha parlato di una «situazione grave ulteriormente degenerata negli ultimi mesi», lamentando la «completa marginalizzazione dei sindacati» e stigmatizzando quanto accaduto ai lavoratori: «Il tema non riguarda la provincia di Varese, ma la nostra regione – ha detto l’esponente dem –. Questa mozione è un punto di partenza».
Il leghista Monti ha “ampliato” il testo con l’impegno di «richiedere un’audizione urgente dei sindacati e dei rappresentanti dell’azienda in commissione Attività produttive. Che si faccia chiarezza e si utilizzi la sede della Regione per capire che cosa vuole fare l’azienda. Vogliamo chiedere quali intenzioni abbia su questo territorio. Per noi si tratta di un luogo che è storia, lavoro e produzione. Che non ci sia la volontà di comprare fiori all’occhiello, avere magari contributi dello Stato e poi bye bye. Non lo permetteremo mai».
«Dobbiamo fare il possibile: questi signori si presentino e ci dicano che cosa vogliono fare – ha aggiunto Luigi Zocchi (Fratelli d’Italia) –. Si eviti un colpo mortale per l’economia della provincia».
L’assessore al Lavoro Simona Tironi ha fatto sapere che si attende «a settimane il piano industriale di Beko, che dovrebbe essere noto entro l’autunno. Continuiamo a seguire la situazione, molto complessa».
La mozione è stata approvata con voto unanime. Un primo passo, come è stato detto.