La Varese Nascosta | 07 settembre 2024, 08:55

LA VARESE NASCOSTA. L'antica miniera e la leggenda della Cosa della Valvassera

In Valganna si trovano le rovine dell'antica miniera di galena argentifera Valvassera. Secondo alcune voci la galleria sarebbe infestata da una presenza inquietante che tra gli appassionati del paranormale è conosciuta come la "Cosa della Valvassera"

LA VARESE NASCOSTA. L'antica miniera e la leggenda della Cosa della Valvassera

Torna l'appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda. Oggi raccontiamo una leggenda che arriva dalla Valganna.

La "Cosa della Valvassera"

In Valganna una profonda gola detta Val Castellera risale il monte brullo, disseminato di roccioni di porfido, verso la Martica. Un sentiero agevole ne segue il versante destro alzandosi progressivamente al di sopra del torrente. All'inizio del sentiero si trovano le rovine della miniera di galena argentifera Valvassera (MI.RI.VA) che dopo alterne vicende venne definitivamente abbandonata negli anni '60. Ma è verso la fine del sentiero che si apre l'unica galleria attualmente percorribile. Da essa alcuni pozzi, oggi inagibili e pericolosi portavano ai vari livelli d'estrazione con le loro gallerie, cunicoli, diramazioni.

La storia della miniera è antichissima: la tradizione vuole che vi si estraessero piombo ed argento già durante l'Impero Romano e prima ancora Celtico. La galleria oggi visitabile (con molta attenzione) è infestata da una presenza inquietante che tra gli appassionati del paranormale è conosciuta come la "Cosa della Valvassera".

Diversi curiosi e speleologi ne hanno avvertito la presenza. La testimonianza che segue ci è sembrata la più completa: "Appassionato di minerali ricerco ametiste e argento nativo nelle miniere della Valganna e Valceresio, la mia esperienza con la "Cosa" risale a una decina d'anni fa e si riferisce a tre "apparizioni" assai simili tra loro che cercherò di spiegare al meglio. Allora, diciamo che sono avvenute sempre mentre dall'interno della galleria tornavo all'aperto e sempre nel medesimo punto (ora cerco di evitarlo). La galleria ha due ingressi posti a una decina di metri uno dall'altro: il primo, laterale, con un breve cunicolo si raccorda alla galleria in un punto da dove si scorge l'ingresso principale posto a strapiombo sul torrente e perciò poco agevole.

Quest'ultimo passaggio è in parte ostruito da un pozzetto allagato e a lato vi sono alcune alcove scavate nella roccia viva: è proprio da questo pozzo e da queste rientranze che in certi giorni si manifesta, nelle ore del crepuscolo, una strana presenza. E come una forma fluida e nebbiosa, luminescente, che all'inizio pare danzare al di sopra dell'acqua del pozzo, riflettendo anche le luci provenienti dall'esterno, quindi si materializza in una massa informe quasi gelatinosa che avanza verso il malcapitato visitatore sfilacciandosi ed avvolgendolo in una nebbia miasmatica che provoca nella persona aggredita un leggero senso di asfissia seguito da malessere generale e panico che costringono il malcapitato a correre fuori, sempre inseguito dalla "Cosa" che al contatto dell'aria esterna si scompone in puntini luminosi e scompare rapidamente.

Diversi miei amici recatisi sul posto ripetutamente a seguito dei miei racconti hanno subito più o meno la stessa esperienza. Bisogna indovinare il giorno in cui questa presenza si manifesta perché non siamo riusciti a determinare delle date precise. Probabilmente la manifestazione paranormale avviene in momenti particolari, quasi fosse "chiamata" dalla predisposizione mentale dell''escursionista'. Non si è riusciti a trovare una storia o leggenda relativa alla miniera che giustificasse o spiegasse questa emanazione paranormale.

Post da La Varese Nascosta, fonte: testo tratto dai racconti di Roberto Corbella dal libro “fantasmi nostri”.

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