Chi meglio di un ex ragazzino di provincia - che sul campo sconnesso e rabberciato di un oratorio ha imparato a sognare ed è diventato uomo e campione - può fungere da testimonial di un oratorio che presto cambierà volto, arricchendosi di spazi e strutture nuove e regalando così a tanti suoi omologhi di oggi lo stesso sogno e la stessa, inimitabile palestra di vita?
Marco Parolo incanta con i suoi racconti la platea di Daverio: è successo ieri sera, nella sala parrocchiale di piazza San Pietro. L’ex calciatore che dalla nativa Gallarate è partito per scalare la montagna del professionismo, toccando le vette della Champions League e della Nazionale, è stato protagonista dell’appuntamento inaugurale del ciclo “Spazi nuovi, cuori aperti”, una serie di incontri dedicati alla cittadinanza che avranno lo scopo di promuovere il grande restyling che la parrocchia daveriese si appresta a vivere.
Al suo fianco don Walter Sosio, maestro di vita per Marco e presenza costante nella sua parabola, tanto da aver officiato anche il suo matrimonio, e il giornalista Francesco Caielli, come sempre anfitrione preciso, curioso e vivace: il prodotto è stato allora un’ora e mezza di racconti davvero godibili, al cospetto di una sala piena.
Chiaro e inevitabile il punto di partenza: l’importanza degli oratori nella crescita di un bambino. Era così 30 anni fa, in quella Arnate che è stata la culla dell’ex centrocampista che ha vestito le maglie - tra le altre - di Cesena, Parma e Lazio, e dovrebbe essere così ancora ai giorni nostri: «Tornavo a casa da scuola e avevo in mente solo di andare a giocare: in un’ora facevo i compiti e i lavori che i miei genitori mi chiedevano di fare e poi correvo in oratorio - ha raccontato Marco - Oratorio è sinonimo di gioco e di divertimento, due elementi fondamentali nell’esistenza dei più piccoli».
Parolo, non a caso, lo ha messo anche nero su bianco, scrivendo il libro “Quando giochi” e votandosi dopo il ritiro all’insegnamento del calcio di base: «La cosa più bella è vedere i ragazzini che hanno voglia di giocare: personalmente questo trasporto mi ha accompagnato dall’infanzia alla carriera professionistica, in una passione che mi costringeva sempre a rimettermi in gioco e a non farmi mai sentire arrivato».
Nel corso della serata sono stati tanti gli argomenti toccati, alcuni anche molto delicati come il ruolo dei genitori per i giovani che si approcciano allo sport, il concetto di fallimento e la fede nel calcio. Ma non sono mancati nemmeno gli aneddoti - come il racconto degli attimi precedenti al rigore segnato con la maglia azzurra agli Europei 2016 contro la Germania - e le “classifiche”. I top di Parolo? Pirlo e Ibrahimovic come colleghi, Pioli e Conte tra gli allenatori.
Il monito finale? «Cari ragazzi, trovate una porta in cui calciare il pallone e sognate».