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Lettere | 30 agosto 2024, 15:10

«Io, tre giorni in barellaia al pronto soccorso di Varese tra grida e poca privacy»

Una nostra lettrice ci racconta la sua esperienza vissuta al Circolo: «Tra telefonini in vivavoce e persone che perdevano le staffe era impossibile dormire. In questo caos un plauso al personale sanitario sempre gentile: come noi pazienti, anche loro meritano di meglio»

«Io, tre giorni in barellaia al pronto soccorso di Varese tra grida e poca privacy»

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di una nostra lettrice che nei giorni scorsi è stata ricoverata al Circolo di Varese, passando tre giorni in barellaia prima di essere trasferita in reparto.

Gentile direttore, vorrei raccontare al vostro giornale la mia esperienza come paziente al pronto soccorso dell'ospedale di Circolo di Varese. Ho passato tre giorni su una barella accanto ad altri pazienti e l'esperienza è stata insostenibile. L'ambiente in cui ho trascorso quelle ore non aiuta il malato a vivere con un minimo di serenità un momento comunque complicato: la mia esperienza è stata accompagnata, giorno e notte, da grida di persone in attesa che non lasciavano spazio alla quiete. In un caso è stato necessario della sicurezza e della polizia per calmare un uomo che aveva perso le staffe, inveendo contro il personale sanitario e prendendo a pugni alcuni cartelloni.

Tanti, inoltre, i cellulari che squillavano a ogni ora e, in molti casi, i pazienti mettevano la funzione del vivavoce.

La privacy non c'era e lavarsi - per così dire - era pressoché impossibile, in quanto il bagno era minimale: la parte del gabinetto aveva la porta con relativa chiave, ma quella del lavabo no. 

Le luci, poi, venivano spente a tarda ora ma non completamente per permettere al personale di lavorare, il che rendeva l'ambiente per il malato, unito al resto sopra citato, impossibile per riposare.

Ho visto tanti pazienti che erano su una barella in pronto soccorso da molti giorni, non essendoci spazio per loro nei reparti.

Nonostante tutto questo, però, ci tengo a ringraziare e a sottolineare la gentilezza e la disponibilità dei medici, degli infermieri e degli operatori socio sanitari pronti a intervenire e aiutare in qualsiasi momento.

Racconto questa mia esperienza nella speranza che possa essere costruttiva e contribuire a migliorare l'ambiente del pronto soccorso di Varese. I malati, ma anche il personale che ci lavora meritano di meglio.
Lettera firmata

Redazione

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