Territorio - 13 agosto 2024, 14:00

Enrica Ferrazzi la donna e mamma che sa scrutare e "curare" gli occhi dei bambini: «Fondamentale un controllo oculistico precoce»

La scrittrice varesina dopo aver vissuto in prima persona i problemi di vista di sua figlia Elisa ha deciso di fondare il progetto @occhideibimbi per fare divulgazione ed essere di aiuto ad altri genitori: «Essendo io miope ho portato mia figlia per scrupolo dall'oculista prima che iniziasse la scuola primaria. Pensavo non avesse nulla e invece la diagnosi fu come una condanna, ambliopia, che se diagnosticata precocemente si sarebbe potuta risolvere con l'uso degli occhiali». I consigli, le anomalie visive più frequenti nell'infanzia, l'esposizione al sole, l'importanza della prevenzione, i sintomi a cui prestare attenzione

Enrica Ferrazzi

Enrica Ferrazzi

Enrica Ferrazzi, varesina, esperta in comunicazione, scrittrice. Dopo aver vissuto le problematiche visive di sua figlia Elisa, ha fondato Progetto Elisa (@occhideibimbi) per fare divulgazione ed essere di aiuto ad altri genitori.

Il tema è di stretta attualità: dai dati del progetto Sight for Kids nato nel 2008 dalla collaborazione di Progetto Elisa col Lions Club International per effettuare screening visivi precoci, sono emersi dati allarmanti: il 20% degli oltre 130mila bambini esaminati necessita di un approfondimento oculistico, e il 5% di loro in tempi brevi.

La community @occhideibimbi è diventata quindi un autorevole punto di riferimento e vanta la collaborazione di oculisti, ortottisti, optometristi, contattologi, educatori, psicologi, psicoterapeuti, pediatri, logopedisti e anche specialisti della nutrizione. Tra questi, due famosi professionisti presenti nel libro con preziosi contributi: il professor Paolo Nucci, presidente della Società Italiana di Oftalmologia Pediatrica e Strabismo e Carla Tomasini, la più famosa pediatra influencer d’Italia (@PediatraCarla).

Come è nato il "Progetto Elisa"?

Questo progetto ha radici lontane. Quando mia figlia Elisa doveva iniziare la scuola primaria, essendo io miope, ho pensato di portarla con me a fare la sua prima visita oculistica. Ero certa che non ci fossero problemi, perché la bambina non mi aveva mai dato segnali che potessero far sospettare un problema di vista. Diciamo più uno scrupolo che una preoccupazione. E invece mi è cascato il mondo addosso: la bambina aveva seri problemi di vista da un occhio. Problemi che se fossero stati diagnosticati precocemente avrebbero potuto essere risolti semplicemente con l’uso di occhiali. Ambliopia la diagnosi, una parola che non avevo mai sentito prima. Una parola che per me voleva dire condanna: per il pediatra che non mi aveva informata prima dell’importanza di un controllo oculistico precoce nei bambini; condanna per me, che mi ero sempre considerata una mamma attenta e premurosa, dedita al benessere della figlia. Dopo alcuni mesi di grande paura e confusione, ho pensato di canalizzare questa rabbia in qualcosa di positivo, che potesse essere utile per altri genitori. È nata così l’associazione Progetto Elisa, che si occupa di prevenzione visiva e divulgazione, perché quello che è accaduto a me e ad Elisa non capiti ad altri. All’inizio abbiamo concentrato i nostri sforzi nell’organizzazione di screening visivi gratuiti, che sono partiti proprio sul territorio varesino per poi estendersi in Lombardia e nord Italia. Negli ultimi anni l’associazione è sbarcata sui social con un nome immediatamente evocativo della nostra mission: @occhideibimbi.

Come si fa a capire se un bambino ha problemi di vista?

Un genitore difficilmente può sospettare che il proprio figlio abbia un problema visivo, a meno che non sia qualcosa di eclatante, come un occhio deviato, un’asimmetria tra gli occhi, l’incapacità del bambino a stabilire un contatto visivo, ad esempio con la mamma mentre lo allatta. Non possiamo neppure aspettarci che siano i nostri bambini a segnalarci le loro difficoltà di visione: specie nella prima infanzia, infatti, non sono in grado di comunicare correttamente questo loro disagio, che viene frainteso o peggio, passa inosservato. Lo stesso vale per i bimbi più grandi perché non hanno alcun elemento di paragone. Hanno sempre visto così, non sanno cosa voglia dire “vedere bene”. Se, come nel caso di mia figlia Elisa, il problema è monolaterale, è ancora più difficile per un genitore accorgersi, perché diciamo che il bambino “sopperisce” con l’altro occhio. Ecco perché è sempre importante un controllo oculistico precoce.

Quali sono le anomalie visive più frequenti nell'infanzia?

Parlando di problemi visivi, sicuramente il primo pensiero di tutti va ai vizi refrattivi, e quindi miopia, astigmatismo e ipermetropia. Ma in tanti anni di attività (quasi 20) a contatto con oculisti, ortottisti e optometristi ho scoperto che le problematiche visive che possono interessare un bambino sono tantissime. Ad esempio, se dico la parola “cataratta”, a tutti viene subito in mente una persona anziana. Ebbene, la cataratta ha una forma congenita che interessa i neonati, portando già nelle prime settimane di vita a dover rimuovere il cristallino. Così i genitori di questi neonati si ritrovano a dover imparare a mettere e togliere tutti i giorni ai loro piccini una lente a contatto: capite cosa voglia dire per loro? E poi strabismo, ptosi, coloboma, retinoblastoma, daltonismo (1 bambino maschio su 30 lo è). Un elenco infinito insomma. Spesso quando arriva la diagnosi i genitori brancolano nel buio, iniziano a cercare in rete informazioni, non sempre verificate. Per questo con Maria Antonietta Stocchino, una delle oculiste che collabora al nostro progetto, abbiamo pensato fosse utile scrivere un manuale teorico e pratico che potesse aiutare i genitori a prendersi cura della salute visiva dei loro bambini sin dalla nascita. È nato così “Gli occhi dei bambini. Guida alla salute visiva dei nostri figli”, edizioni Sonda.

Nel libro parlate molto di prevenzione e dell’importanza di occuparsi della salute visiva dei propri figli sin dalla nascita.

Esatto. Attraverso gli occhi, i bambini imparano a conoscere il mondo che li circonda. Tuttavia la vista non è una capacità innata: da scarsa alla nascita, matura nei primi 6-8 anni di vita influenzando la postura, l’apprendimento, l’attenzione, la capacità di lettura, il rendimento scolastico e sportivo. Cosa potrebbe accadere se qualcosa ne ostacolasse lo sviluppo? E come potrebbe accorgersene un genitore? Quando rivolgersi a un oculista? È possibile fare prevenzione? "Gli occhi dei bambini" risponde a queste e molte altre domande approfondendo argomenti di diffuso interesse come: la visita oculistica, come preparare il bambino e fare le domande giuste al medico, i problemi più comuni (miopia, ipermetropia, astigmatismo, pseudostrabismo, epicanto, ambliopia, daltonismo), gli occhiali, come sceglierli e indossarli correttamente, il primo soccorso e la prevenzione, tutte le buone pratiche e i consigli utili per i piccoli incidenti quotidiani, i rischi dei digital device e come gestirli con il proprio piccolo, come proteggere gli occhi dagli effetti nocivi della luce solare.

A proposito di quest’ultimo argomento, il sole è davvero così pericoloso?

L’estate offre ai bambini la possibilità di trascorrere lunghe giornate all’aperto, con grandi benefici per la loro salute. Il sole, infatti, risulta essenziale per la produzione di vitamina D, che favorisce l’assorbimento del calcio e la sua deposizione nelle ossa, stimola la produzione di melanina, oltre a rivestire molte ad altre importanti funzioni influendo anche sull’umore. L’outdoor activity è positiva anche per il sistema visivo dei bambini, in quanto contrasta lo sviluppo della miopia, che si sta diffondendo su scala mondiale in forme sempre più gravi e che interessano bambini sempre più piccoli. Sicuramente ogni genitore pensa a proteggere la pelle dei propri figli con creme filtranti o magliette. Purtroppo, però, spesso non si presta analoga attenzione alla protezione dei loro occhi dagli effetti tossici della luce solare. In Italia, quasi il 70% dei bimbi tra i 4 e ai 10 anni non indossa occhiali da sole, indispensabili durante le ore di picco solare. Specie nei bambini più piccoli, i raggi UV possono causare bruciore, sensazione di corpo estraneo ed eccessiva lacrimazione. Inoltre, secondo quanto affermato dalla SIOP (Società Italiana di Oftalmologia Pediatrica) “i raggi ultravioletti possono nuocere alla parte anteriore dell’occhio: palpebre, cornea, congiuntiva e cristallino possono subire l’insulto di queste radiazioni e patire conseguenze anche impegnative. Tutte le radiazioni del visibile, soprattutto la luce blu, possono invece causare problematiche molto serie, come una congiuntivite o una cheratite (cioè un’infiammazione degli strati superficiali della cornea) che viene definita attinica, cioè causata dai raggi UV.

A quali sintomi occorre prestare attenzione?

Come spiego nel libro “Gli occhi dei bambini”, i segnali da attenzionare sono lacrimazione eccessiva, cefalea, fotofobia, occhi rossi, sensazione di corpo estraneo, difficoltà ad aprire gli occhi, appannamento visivo e forte dolore che però non si manifesta subito ma dopo alcune ore: solitamente sopraggiunge in maniera violenta durante la notte, spesso interrompe il sonno e ci costringe a portare nostro figlio o nipote in pronto soccorso. Se nel breve periodo un’esposizione intensa e non “schermata” può dare luogo a infiammazioni e irritazioni della congiuntiva e della cornea, che si manifestano con i sintomi sopra indicati, i rischi sono maggiori nel lungo periodo. A lungo andare, infatti, chi non si protegge adeguatamente può incorrere in malattie come la cataratta e la degenerazione maculare senile. Per godere della bella stagione con serenità, assicuratevi che i bambini indossino occhiali da sole con una protezione UV completa, quindi certificate UV400. Potrà sembrare strano, ma è meglio non indossare affatto gli occhiali da sole piuttosto che optare per un paio privo di filtri anti UV.

Dove si può acquistare il libro?

Il libro è disponibile negli store online e in tutte le librerie. Sul sito www.occhideibimbi.it si possono trovare maggiori informazioni sia su questo libro, che su altre pubblicazioni scritte dai professionisti che collaborano col nostro progetto di prevenzione e salute visiva. Alcuni libri sono dedicati in particolar modo ai genitori (anche di bambini con ipovisione), altri invece insegnano ai bambini a prendersi cura della salute dei propri occhi con semplici consigli (bere acqua, mangiare frutta e verdura, usare gli occhiali da sole, non toccare gli occhietti con le manine sporche, lasciarsi mettere il collirio, ecc.) o ad accettare occhiali e/o una bendina occlusiva (prescritta nei casi di ambliopia, cataratta congenita, strabismo e altre problematiche visive) senza timore del giudizio altrui, in un’ottica inclusiva che ci caratterizza. 

Claudio Ferretti

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