In tanti vorrebbero poterlo ancora abbracciare: c'è chi lo ringrazia per essere stato un esempio di generosità anche nei momenti difficili vissuti, «una grande persona» che ha lottato fino alla fine e chi, semplicemente, lo saluta perché con lui non c'è mai stato bisogno di aggiungere troppe parole.
Enrico "il Magno" Magnani, classe 1959, se ne è andato così, dopo una vita in cui ha lasciato una traccia indelebile in chi lo ha conosciuto e in cui altrettanto certamente non si è mai nascosto, dando battaglia fino all'ultimo centimetro. «E ti dicevo di no, che alla fine la si portava a casa. E invece purtroppo avevi ragione tu. Riposa in pace amico mio» è uno dei messaggi più intimi e sinceri, rivolto da Loris al caro amico.
Noi che, come tanti, lo abbiamo conosciuto da tifoso - era uno di quei tifosi forti, fedeli, duri e puri, non solo della sua amatissima Inter - non potremo dimenticare le sue parole scritte nel momento dell'addio a Fausto Scarpazza, nel luglio 2019, in cui c'era molto di lui, sicuramente la capacità di essere schietto, diretto e autentico come pochi: «I nostri social erano i bar del centro, piazza Monte Grappa, corso Matteotti, lo stadio, la curva, il palazzetto, La Gatta. Gli amici erano veri, reali, non distanti o virtuali. Oggi gli stessi amici di allora ci muoiono davanti agli occhi nel silenzio più roboante, nello stupore e nell'indifferenza. Questo mondo dove diventa più importante l'apparire che l'essere non mi piace più».
«Perché te ne vai», è il messaggio che racchiude tutto per il Magno che riceverà l'ultimo saluto sabato alle 10.30 alla chiesa del Lazzaretto, nella sua Belforte.
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