La precisione, energia e espressività di Laura Marzadori e la perfetta sintonia con la direzione di Fabio Bagatin hanno affascinato il pubblico intervenuto sabato scorso al concerto nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Biumo per il concerto benefico "Musica per Stare Bene" un evento organizzato dagli Amici della Fondazione Giacomo Ascoli per raccogliere fondi destinati al progetto "Il Faro".
La chiesa gremita (più di 500 persone sedute e moltissimi in piedi) è stata rapita dalla passione di questa giovane musicista la cui carriera parla chiaramente di un talento eccezionale: vincitrice a soli 16 anni del più importante concorso violinistico nazionale: il Premio “Città di Vittorio Veneto”, vincitrice a 25 anni del concorso internazionale per primo violino di spalla dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e definita dal grande Salvatore Accardo “uno dei maggiori astri nascenti del panorama violinistico internazionale”.
L’esecuzione dell’altra sera ha confermato le parole espresse su di lei dal grande direttore d’orchestra Zubin Metha: “il primo violino della Scala mi ha folgorato: che temperamento, che suono bello e romantico, che precisione tecnica”.
E il fascino del suono della Marzadori si è rivelato ancora più affascinante nel dare voce per la prima volta al violino “Giacomo”, realizzato dall’Academia Cremonensis ed entrato a far parte del patrimonio della Fondazione Giacomo Ascoli.
Una splendida esecuzione di una trascrizione per violino solo del famoso intermezzo di Cavalleria Rusticana ha trasformato “Giacomo” in un’orchestra, trascinando il pubblico in un’estasi emozionale.
Tanti, infiniti, applausi anche per l’esecuzione della Sinfonia Trauer di Haydn da parte di Fabio Bagatin e della Cameristica di Varese che, malgrado l’ora tarda, non ha potuto esimersi dall’eseguire un bis: la trascrizione per Archi del corale Todessehnsucht di Bach da parte del grande compositore inglese Frank Bridge.
In sintesi. una serata indimenticabile in cui beneficenza, cultura e passione si sono unite in un connubio perfetto, che ha fatto di sicuro risuonare nella mente di tutti le parole di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”.