La tessera sanitaria “a punti” sarà uno degli strumenti che Regione Lombardia intende utilizzare per incentivare la prevenzione. Lo ha confermato questa mattina in Consiglio l’assessore al Welfare Guido Bertolaso, rispondendo a un’interrogazione del gruppo Patto Civico.
«Quando ho letto la notizia, pensavo fosse una fake news», ha detto il consigliere Luca Paladini, aggiungendo che non si possono trasformare queste tematiche «in un bingo o in un gioco a premi».
Nell’interrogazione si chiedeva all’esponente della giunta Fontana se non intenda ritirare la proposta, «concentrandosi piuttosto sulle urgenti condizioni di vita della cittadinanza lombarda, e sulle sue gravi implicazioni sanitarie, promuovendo con maggiore incisività, e col supporto di mezzi più innovativi e inclusivi, l’adesione agli screening e alle raccomandazioni, senza per questo sfociare in atteggiamenti paternalistici e moralistici che finirebbero per dimostrarsi ancora più scoraggianti e respingenti verso la popolazione».
«Non solo non ci penso per niente a ritirala – ha replicato l’assessore –. Anzi confermo che andremo avanti e abbiamo creato un tavolo scientifico per la messa a sistema delle proposte».
Bertolaso, dunque, tira dritto con la proposta di “premiare” i cittadini che portano avanti uno stile di vita il più salutare possibile – sottoponendosi ad esempio agli screening che propone la Regione –, guadagnando dei punti che consentono di ottenere un riconoscimento. Tra questi, l’ingresso nei centri termali o skipass gratuiti.
L’iniziativa era stata accolta da una serie di critiche da parte dei partiti di opposizione, a cominciare dal Partito Democratico.
«Non domani, ma fra qualche anno ci sarà una situazione che il Paese non saprà più gestire», ha detto Bertolaso riferendosi alla «spesa sanitaria elevatissima a fronte di una popolazione più longeva ma con cronicità». Pertanto «occorre intervenire nell’ambito della prevenzione, anche attraverso corretti stili di vita e screening. Per invogliare a farne di più ci sono l’obbligo o l’incentivo. L’obbligo mal si adatta alla nostra cultura e al nostro ordinamento».
L’attenzione dell’assessore si è quindi concentrata su «strumenti di incentivazione innovativi». Compresa la discussa tessera a punti, che «rientra in un filone della letteratura scientifica e non populistica. Incentivi finanziari o di altro genere aiutano le persone a passare da fase di contemplazione a quella di azione». Avanti dunque in questa direzione: «Non solo non ci penso per niente a ritirare la proposta – ha chiarito Bertolaso –. Anzi confermo che andremo avanti e abbiamo creato un tavolo scientifico per la messa a sistema delle proposte. Un comitato tecnico di esperti avrà il compito di dire se si tratta di un’idea bizzarra o di strumento per fare seria prevenzione in Lombardia».