“Una mozione superata; era inevitabile che venisse bocciata”. Così il consigliere regionale della Lega Emanuele Monti, Presidente della Commissione sostenibilità sociale e membro della Commissione Sanità di Palazzo Pirelli, commenta il no dell’Aula consiliare alla mozione pentastellata che chiedeva un tavolo con il Governo sul Tariffario LEA.
“La tematica è molto delicata e non da ora. Sono temi di cui si discute da vent’anni. Sono altri gli aspetti su cui intervenire”, spiega Monti; “in primo luogo il Tariffario LEA è fermo al 1996, quando c’era ancora la lira, ed è importante che vada rivisto; quanto al percorso sul Nomenclatore, Regione Lombardia è una delle voci più autorevoli nell’interlocuzione col Governo, in quanto ha direttamente coinvolto anche gli operatori del settore. Il Nomenclatore deve essere a difesa degli operatori, come segnalato recentemente dal presidente dell’Aris don Viginio Bebber, per riuscire a mantenere una sanità di qualità e pubblica erogata nel nostro Paese”.
“È semmai importante”, conclude Monti, “mettere al centro del Tariffario aspetti quali la medicina genetica, tariffandola nel Nomenclatore nazionale, come pure è fondamentale inserire la PMA, la procreazione medicalmente assistita, che è un tema centrale. Quindi ben venga un’interlocuzione col Ministero, ma sugli aspetti realmente importanti”.