«Donna, arte e società: pratiche estetiche femministe dalla metà dell’Ottocento ad oggi» è il titolo del convegno internazionale proposto dall’Università dell’Insubria il 7 e 8 marzo nell’ambito delle iniziative per la Giornata internazionale della donna 2024. A cura di Laura Facchin e Massimiliano Ferrario del Crisac, il Centro di ricerca dell’ateneo sulla Storia dell’arte contemporanea, le due giornate di studio saranno ospitate nella sede varesina di Villa Toeplitz (viale Giovan Battista Vico 46), dove sono attesi oltre trenta relatori, sia studiosi provenienti da realtà universitarie e museali italiane ed estere, sia artisti direttamente impegnati nel dibattito.
L’evento si pone a conclusione della mostra «Il Gruppo Immagine. Una storia di artivismo femminista da Varese alla Biennale di Venezia», inaugurata lo scorso 15 novembre negli spazi del rettorato per celebrare i cinquant’anni dalla costituzione del collettivo varesino. Fondato nel 1974 da Milli Gandini, Mariuccia Secol e Mirella Tognola, e poi ampliatosi con le adesioni di Mariagrazia Sironi, Silvia Cibaldi e Clemen Parrocchetti, il Gruppo Immagine si impegnò sul doppio fronte della militanza civile e della riflessione artistica, con l’obiettivo di ridefinire il ruolo della donna a partire dalle istanze connesse al lavoro, alla famiglia e alla maternità, interpretate secondo una prospettiva separatista e antipatriarcale, che rifiuta ogni forma di autoritarismo, sfruttamento e ricatto di genere.
«La due giorni di studi che omaggia, nelle parole chiave a inizio del titolo, il paradigmatico primo convegno nazionale Donna Arte Società, organizzato, il 14 e 15 gennaio 1978 a Milano, al Centro Internazionale di Brera – precisa Massimiliano Ferrario, docente di Storia dell’arte contemporanea e direttore del Crisac – si pone quale obiettivo primario quello d’indagare, da un punto di vista interdisciplinare, la dialettica fra passione creativa nell’ambito delle arti visive e performative e militanza in favore di diritti e libertà civili».
«Il ricco programma – commenta Laura Facchin, docente di Storia sociale dell’arte – è articolato in quattro sessioni che illustrano altrettante fasi tematico-cronologiche del rapporto tra femminismo, arti visive, architettura e attivismo: il femminismo classico, dall’emancipazionismo ottocentesco alla Prima guerra mondiale; il periodo compreso fra i due conflitti bellici e le reazioni al modello femminile patriarcale; i neofemminismi degli anni Sessanta e Settanta; l’eredità e i nuovi linguaggi a confronto, dagli anni Ottanta al presente».
La giornata del 7 marzo si apre alle 9.30 con i saluti delle autorità e la prolusione dei curatori e prosegue con la sessione intitolata «Il femminismo classico, dall’emancipazionismo ottocentesco alla prima guerra mondiale» presieduta da Laura Facchin, dalle 10 alle 13.30. La sessione del pomeriggio, dalle 15 alle 18, è dedicata ad «Arti e femminismo tra le due guerre mondiali: reazioni al modello femminile e patriarcale e aperture sul secondo Novecento» e presieduta da Andrea Spiriti, professore di Storia dell’arte moderna dell’Insubria. Al termine, alle 18, ci si sposta nella sede del rettorato, in via Ravasi 2, per una visita guidata della mostra «Il Gruppo Immagine. Una storia di artivismo femminista da Varese alla Biennale di Venezia».
La giornata dell’8 marzo inizia alle ore 9.30 con la prolusione della professoressa Barbara Pozzo, delegata del rettore per l’Uguaglianza di genere e le pari opportunità e Cattedra Unesco «Gender equality and women’s rigths in the multicultural society», che parlerà di «Accesso delle donne alle carriere artistiche tra disciplina e pregiudizi». La sessione del mattino, dalle 10 alle 12.30, è intitolata «I neofemminismi degli anni Sessanta e Settanta fra separatismo e differenza di genere» e presieduta da Francesca Pola dell’Università Vita-Salute San Raffaele. Il tema del pomeriggio, dalle 14.30 alle 17.45, è «Eredità e nuovi linguaggi a confronto: dagli anni Ottanta al presente», presiede Massimiliano Ferrario.
Tutti i relatori e i temi degli interventi
Giovedì 7 marzo, ore 10.30-13.30: Mariacristina Loi, Politecnico di Milano, «Protofemminismo d’oltreoceano. Pittura, scultura, architettura al femminile nell’Ottocento americano»; Michela Morelli, Università per Stranieri di Perugia, «Chiedere all’arte il mezzo di vivere indipendenti. Educazione, istruzione, professionalizzazione e lavoro: diventare artiste in Italia tra Ottocento e Novecento»; Angelo Di Modica, Università degli Studi di Salerno, «Suzanne Valadon. Il coraggio di essere artista»; Greta Plaitano, Accademia di Belle Arti di Brera e Scuola IMT Altri Studi Lucca, «Fotografia e impresa femminile a Milano tra XIX e XX secolo. Lo studio fotografico di Carlotta e Udina Ganzini»; Andrea Sorze, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, «Si è possibile staccare il quadro perché trovasi molto in alto. Pittrici, copiste e fotografe a Palazzo Colonna nella Roma tra metà Ottocento e inizio Novecento»; Chiara Milani, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, «Ada, Amelia, Emma Della Pergola artiste emancipazioniste»; Andrea Spiriti, Università dell’Insubria, «Kätke Kollwitx dal socialismo filantropico al comunismo»; Michele Amedei e Giovanni Occhini, ricercatori, «Women manifesto: le futuriste anglo-americane Mina Loy e Frances Simpson Stevens tra Firenze e Roma, 1913-1914»; Ester Rizzo, ricercatrice, «Pacifiste siciliane della Prima Guerra Mondiale».
Giovedì 7 marzo, ore 15-17.30: Rosanna Carrieri, Università del Salento, «Arte femminile nel Ventennio»; Alessandra Casati, Università dell’Insubria, «The Job (Le donne lavorano): produzione, rivendicazione, creatività al femminile nell’industria serica a Como tra ventennio e dopoguerra»; Giorgia Gastaldon, Università dell’Insubria, «Futurismo tra misoginia ed emancipazione: l’influenza sulle vicende di Carla Badiali, astrattista a Como»; Mariadelaide Cuozzo, Università della Basilicata, «Una storia dal margine: Maria Padula, pittrice e scrittrice (1915-1987)»; Alena Grigorash, Moscow State Pedagogical University e Moscow Higher School of Economics, «Una donna fra arte, poesia e anatomia: l’Alphabet of Bones di Joyce Cutler-Skaw»; Daniele Panucci, Università degli Studi di Genova, «Il corpo dell’artista come mezzo espressivo ideale»; Marco Scotini, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, «La creatività del rifiuto: arte e femminismi negli anni Settanta in Italia».
Venerdì 8 marzo, ore 10-12.30: Lisa Della Volpe, ricercatrice, «Negazione e distruzione dell’angelo del focolare. Appunti sull’attività di Carmelina Piccolis scultrice e staffetta partigiana negli anni Sessanta e Settanta a Torino»; Manuela Gandini, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, «Polvere, lana e pentole: il principio di una rivoluzione femminista nell’opera militante di Milli Gandini»; Maria Teresa Ferrara, Università degli Studi Roma Tre, «Gruppi per il salario al lavoro domestico tra agitazione politica e creatività diffusa. Una prima analisi»; Simona La Neve, ricercatrice, «Lettere alfabetiche e disobbedienza. L’avvicinamento visivo alla parola»; Camilla Paolino, Université de Genève, «The art of unworking at the labor of love. Artmaking and the refusal of reproductive work in 1970s Italy and beyond»; Benedetta Susi, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, «L’esperienza separatista della Cooperativa di Via del Beato Angelico. Un programma espositivo verso una possibile coesione fra arte e femminismo»; Valeria Raho, Università degli Studi di Bari Aldo Moro, «Salva con nome: i contributi di artiste e collettivi femminili attivi in Puglia tra gli anni Settanta e Ottanta», Farian Sabahi, Università dell’Insubria, «L’arte come forma di resistenza per le donne iraniane».
Venerdì 8 marzo, ore 14.30-17.45: Chiara Baglione, Politecnico di Milano, «Architetture al femminile in età contemporanea. Note a margine di una ricerca corale»; Angela Giovanna Maderna, Università degli Studi Roma Tre, «Artiste negli anni Ottanta in Italia. Una riflessione a partire dal convegno 12 al 2000. Donna Art organizzato da Fernanda Fedi nel 1988»; Floriana Savino, Libera Accademia di Belle Arti di Rimini, «Oltre il muro del silenzio: storie che non si lasciano semplificare»; Lisa Sanguineti, Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Università Vita-Salute San Raffaele, «Pratiche decoloniali e femministe nell’attivismo contemporaneo»; Francesca Pola, Università Vita-Salute San Raffaele, «You are mine di Daniela Comani (2022): inversione dei generi e decostruzione della violenza simbolica»; Paola Biavaschi, Università dell’Insubria, «Discriminazione di genere: i rischi del web»; Tonia Andresen, Kunstgeschichtliches Institut -Ruhr-Universität Bochum, «Exhibiting Care Work: Cooking, Cleaning, Caring. Care Work in the Arts since 1960»; Francesca Grossi e Vera Maglioni, artiste, «Beast Mother. Racconti del materno e del postumano: una ricerca di Grossi Maglioni su arte, maternità e femminismo»; Sergio Racanati, artista, «Proiezione e discussione dell’opera filmica Mariuccia (2024)».
Venerdì 8 marzo alle ore 18 discussione e fine dei lavori.