Brucia la Giöbia. Anche in Valle Olona la tradizione si rinnova davanti a tanta gente e tanti bambini. E poi c'è l'ottimo presagio che giunge dalle fiamme, secondo i “vecchi saggi”: stasera le lingue di fuoco sono salite “belle dritte” in cielo, un ottimo segno per la tradizione e per quello che ci attende da qui in poi. Al rogo guerre, maleducazione e cambiamento climatico.
LA GIÖBIA DI CASTELLANZA BRUCIA IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, E NON SOLO
Il mondo ai suoi piedi e dei pannelli solari in mano, a simboleggiare la volontà di combattere il cambiamento climatico e preservare l’ambiente; è questo il messaggio che i volontari del Rione In Sü hanno voluto trasmettere ai castellanzesi preparando il falò di quest’anno anche grazie alla poesia scritta dal poeta dialettale Franco Zaffa. Un messaggio diretto soprattutto ai tanti piccoli presenti, grazie alla collaborazione, oltre che con il rione InGiò, la Pro Loco e gli Alpini, con il comitato Genitori I.C. Manzoni, che ha invitato i bimbi non solo ad assistere al falò, ma a preparare un foglietto su cui scrivere cosa desideravano bruciare dell’anno appena trascorso; tra i desideri dei più piccoli, letti prima dell’accensione, la volontà di lasciarsi alle spalle la guerra, le uccisioni tra gli uomini e la rabbia.
«Queste tradizioni, per via dell’età dei volontari che avanza – ha commentato il sindaco Mirella Cerini – rischiano di andar perse; quindi è importante la presenza dei bambini delle scuole e dei loro genitori. A loro l’appello è: fatevi avanti, collaborate per portare avanti queste tradizioni che non dobbiamo lasciar morire. Dobbiamo dare una mano a coloro che hanno mantenuto vivo il fuoco in questi anni».
LA GIÖBIA DI GORLA MAGGIORE BRUCIA I CONFLITTI
Rivive la tradizione della Giöbia anche a Gorla Maggiore, grazie alla Pro Giovani che ha saputo riportare nel cuore del paese – in piazza Martiri della Libertà – una festa da sempre molto sentita e apprezzata, da grandi e piccini. E anche stasera, nel falò con tanto di stand gastronomico con polenta e bruscitti, crepes alla nutella, tè e vin brulè, i gorlesi hanno assistito col naso all'insù al rogo delle vecchina, chiedendo magari ai più “esperti” di analizzare l'andamento delle fiamme e di dare qualche (buon) presagio sull'andamento della “prossima stagione”. Di certo, i bambini incuriositi hanno di nuovo apprezzato, o conosciuto per la prima volta, una bella e sentita tradizione. Anche a Gorla Maggiore.
La vecchia, realizzata dai volontari della Pro Giovani e data alla fiamme, rappresentava la Dea della Discordia, con i serpenti tra i capelli, che offre la mela dorata simbolo del conflitto. Richiamava le attuali guerre: sul grembiule, infatti, si vedeva l'opera di Dalì “Il volto della guerra”.
A GORLA MINORE LA GIÖBIA ANNUNCIA UN ANNO DI GIOIA
La Giöbia preparata dal Gruppo Alpini di Gorla Minore ha voluto ribadire chiaro e forte il suo no alla guerra, come del resto hanno fatto molte colleghe nella serata di giovedì 25 gennaio, bruciando in maniera simbolica tutti i conflitti che stanno devastando il pianeta. Sulla catasta, però, non c’erano solo i desideri dei volontari che hanno realizzato il fantoccio, ma anche quelli dei tanti bambini che, sino a qualche secondo prima della sua accensione, hanno buttato un biglietto o un legnetto nella catasta per poter vedere realizzate le proprie speranze dando vita ad un falò che ha bruciato dritto e alto nel cielo portando, secondo la tradizione, un messaggio di gioia e prosperità per l’anno che sta iniziando.
«Grazie al Gruppo Alpini, alla Protezione Civile, alla Pro Loco e al centro musicale cittadino Carlo Ronzoni - ha commentato il sindaco Vittorio Landoni - e grazie a tutti voi che avete voluto essere qui insieme a noi questa sera per condividere questa tradizione così amata». Durante tutta la serata i volontari delle associazioni presenti hanno offerto a tutti vin brulè, tè e chiacchiere.
BRUCIA LA GIÖBIA DEI MASTRARTISTI A SOLBIATE. E BRUCIA ANCHE LA MALEDUCAZIONE
Al grido «Bruciatela, bruciatela!» delle centinaia di persone presenti al Parco delle Feste di Solbiate Olona, la Pro Loco ha dato fuoco alla gigantesca Giöbia realizzata dai MastrArtisti, e anche ai bigliettini portati dai bambini delle scuole, con scritti i pensieri brutti da bruciare e da non portarsi in questo 2024.
Dopo il massimo riserbo su che cosa avrebbe rappresentato il fantoccio, finalmente questa sera il tema è stato scoperto: la maleducazione. Su una struttura in legno e cartapesta, una Giöbia sedeva davanti ad una lavagna con una bacchetta puntata, come una maestra che insegna.
Sulla lavagna, un elenco a punti per spiegare “La maleducazione”:
“L’intelligenza finisce dove inizia la maleducazione.
Scambiare la maleducazione per franchezza è maleducazione.
Maleducato è maltrattare l’ambiente.
Maleducato è il leone da tastiera.
Maleducato è chi non raccoglie i bisogni dei propri cani”.
E sotto, sull’impalcatura, uno striscione firmato dai MastrArtisti e dalla Pro Loco: “Adotta anche tu un maleducato e salvalo da se stesso”.
La Giöbia ha riscosso un grande successo: le sue notevoli dimensioni e il mistero riguardo al tema hanno richiamato tanti curiosi, di Solbiate e non, felici di festeggiare una bella tradizione tutti insieme. Anche il messaggio della Pro Loco e dei MastrArtisti ha suscitato entusiasmo: in un mondo in cui la maleducazione dilaga, sarebbe meglio liberarsi della scortesia e della cattiveria prima di affrontare il nuovo anno. E per appagare anche il palato, oltre che lo spirito, la Pro Loco ha pensato di cucinare il tradizionale risotto con la luganiga, seguito dalle chiacchiere.