Nessuno meglio di Claudio Ferretti, giornalista e presidente del Fans Club Gigi Riva di Leggiuno ma, soprattutto, amico di Rombo di Tuono può ricordare in queste ore di lutto e tristezza chi fosse davvero questo campione di calcio ma, prima di tutto, grande uomo e di quanto fosse legato alle sue radici leggiunesi, lui nato sul lago Maggiore.
Claudio, quali sono le emozioni che affiorano nella tua mente e nel tuo cuore in queste ore?
Tantissime perché Gigi Riva mi ha onorato della sua amicizia. Ricordo l'ultima telefonata per gli auguri di Capodanno, stava bene, era contento, mi ha passato anche il suo amico Tomasini che lo andava a trovare tutti i giorni. Le nostre telefonate erano frequenti e alla fine si parlava sempre di Leggiuno, in dialetto. Voleva sapere sempre tutto quello che succedeva nel suo paese e ricordava tutto e tutti. Si era molto emozionato per l'intervista che avevo fatto a sua nipote che tramite VareseNoi gli aveva fatto gli auguri per il suo 79esimo compleanno e sono davvero contento di avergliela fatta.
Quando vi siete incontrati e conosciuti la prima volta con Rombo di Tuono?
È stato nei primi anni 80 al Bar Milano di Laveno che Gigi frequentava spesso e dove ha ancora degli amici: lo avevo visto seduto al tavolino e gli avevo portato i saluti di Adriano De Zan con cui ero in contatto tramite la Inda per l'organizzazione del Giro d'Italia. Fu come da suo carattere piuttosto schivo e non fece grandi commenti.
Quando invece la prima intervista al grande campione?
Accadde una decina di anni dopo in aeroporto per l'informatore comunale di Leggiuno: fu molto gentile, mi mise a mio agio dicendomi di dargli del tu. Fu un bellissimo momento che ricordo con grande affetto e venne fuori anche quanto Riva fosse una grande persona prima che un grande campione. Da quel momento ha cominciato a dirmi che ero un bravo ragazzo.
Una celebre foto (che è la copertina di questo articolo) vi ritrae fianco a fianco seduti a tavola al ristorante.
È stato in occasione della sua ultima visita a Leggiuno, credo una dozzina di anni fa, ed è un altro momento che porterò per sempre nel mio cuore. A Gigi piaceva molto stare a tavola in compagnia, ai grandi ristoranti preferiva le trattorie e a Leggiuno ha portato molti campioni.
A proposito di Leggiuno, il legame con il suo paese natale è sempre stato fortissimo.
In paese ha la casa di famiglia e al cimitero riposano i suoi genitori: nelle nostre telefonate si finiva sempre a parlare di Leggiuno, mi chiedeva dei suoi amici e ricordava episodi della sua infanzia come quando la sua mamma andava a lavare i vestiti nella fontana sotto casa loro. Era un grande appassionato di fotografia e ne collezionava tante del lago Maggiore. Anche i suoi figli Nicola e Mauro sono molto affezionati a Leggiuno.
"Da Leggiuno in Nazionale" è il titolo di un bellissimo spettacolo teatrale che ha avuto grande successo e che è anche una sintesi della parabola di vita e calcistica di Rombo di Tuono.
Un'idea mia e di Checco Pellicini, inizialmente Gigi non era tanto d'accordo ma poi gli piacque molto. Proprio in queste settimane lo avevamo convinto di un altro progetto che stavo portando avanti, ovvero quello di realizzare un cortometraggio a lui dedicato, dove a parlare erano i suoi amici di Leggiuno.
Il regalo più grande che ti ha fatto Gigi Riva quale è stato?
Quello più grande è la sua amicizia e anche l'onore che mi ha concesso di ritirare con Silvio Papini al suo posto il premio Rosa Camuna ricevuto da Regione Lombardia. Fu un gesto di grande fiducia e amicizia che non scorderò mai. Ai figli Nicola e Mauro, ai nipoti e ai cugini di Gigi Riva va tutto il mio affetto e la mia amicizia. Rombo di Tuono non deve essere dimenticato prima di tutto per il grande uomo e la persona umile che è stata e poi perché è stato il più grande bomber di sempre.