Scontro in Consiglio regionale sui contributi alle persone con disabilità. L’opposizione ha chiesto di con una mozione (respinta) di azzerare i tagli, mentre la maggioranza ha insistito sul fatto che è il Piano nazionale non autosufficienza a imporre la graduale riduzione dello stanziamento economico erogato ai caregiver, indirizzando le risorse al potenziamento dei servizi a partire da giugno. Una rimodulazione, dunque, non una sforbiciata, peraltro – ha insistito l’assessore alla Disabilità Elena Lucchini – da imputare al Partito Democratico.
Ad ascoltare il dibattito, a tratti acceso, anche persone con disabilità, insieme a familiari e caregiver, che in mattinata avevano protestato davanti all’ingresso di Palazzo Pirelli.
Le mozioni
La mozione della minoranza è stata illustrata da Davide Casati (Pd): «Servizi e sussidi non possono essere alternativi, ma devono essere complementari. Non possiamo ignorare il grido di aiuto sollevato dalle famiglie». Da ciò la richiesta di «azzerare i tagli ai sussidi previsto dal primo giugno; di chiedere al governo più tempo per attuare quanto previsto dal piano nazionale e di accompagnare i Comuni nella revisione del sistema di welfare, prevedendo contestualmente maggiori risorse».
Il capogruppo leghista Alessandro Corbetta, illustrando una mozione del Carroccio, ha ribattuto parlando di «strumentalizzazioni» e «sciacallaggio politico»: «I fondi messi in campo sono più alti, la Regione non li ha tagliati – ha osservato –. Quello che cambia, in base alla normativa nazionale, dovuta anche a esponenti del Pd durante i governi Gentiloni e Draghi, è la rimodulazione che le Regioni dovranno adottare, destinando parte delle risorse all’erogazione dei servizi. La nostra mozione dà sostegno alle azioni già intraprese dall’assessore Lucchini e impegna la giunta a proseguire le interlocuzioni col governo per arrivare anche, di fatto, a una proroga».
Tra gli interventi anche quello della capogruppo di Italia Viva Lisa Noja che, pur non disconoscendo il piano nazionale, ha affermato che immaginare che «tra cinque mesi potremo dire alle famiglie che tagliamo fondi diretti perché ci saranno servizi adeguati è una presa in giro che non ci possiamo permettere».
Noja ha esemplificato l’entità dei tagli: «Da 650 a 400 euro per le famiglie con una disabilità grave; da 700 a 400 euro per gli studenti con disabilità; da 750 a 400 per le persone con autismo grave». Per la capogruppo di Iv, «se non lo farà governo, le risorse dovrà metterle Regione Lombardia. Parliamo di 10 milioni («Lo 0,03 per cento del bilancio», ha rimarcato il capogruppo dem Pierfrancesco Majorino). Vogliamo dire che la Regione non è in grado di farlo? Ne sono stati messi 16 per la riqualificazione dell’autodromo di Monza. Sono contenta, ma qual è la priorità politica?».
La replica dell’assessore e il voto
Di «adempimento obbligatorio rispetto al piano nazionale per la non autosufficienza 22-24», ha parlato l’assessore Lucchini. Respingendo al mittente le accuse del Pd, «la stessa forza politica che oggi suonato la grancassa contro Regione Lombardia. Ma artefice di tutto ciò è proprio il Partito Democratico». Poiché le scelte, ha ribadito l’assessore, «sono state poste in essere dal precedente governo e in particolare dal ministro Orlando, esponente del Pd».
Lucchini ha insistito sul fatto che non si tratta di tagli bensì di «conversione in servizi per persone con disabilità e le loro famiglie. E non è vero che non c'è stata condivisione con le organizzazioni di settore: c’è stato un lungo percorso di confronto con le associazioni», ha detto, elencando gli incontri delle scorse settimane.
Aggiungendo che lo stanziamento della Regione è aumentato da 10 a 13,4 milioni, a cui si aggiunge l’impegno per ulteriori 3,5 milioni previsto da un ordine del giorno approvato in sede di bilancio.
La mozione della minoranza è stata respinta con 40 voti contrari, 29 favorevoli e un’astensione. Approvata quella della maggioranza con 41 voti a favore e tre astensioni. In questo caso, buona parte dell’opposizione (27 consiglieri) ha scelto di non partecipare al voto.