Un progetto di economia ambientale e sociale che crea una sinergia tra pubblico, privato e terzo settore. C’è tanto nell’iniziativa incentrata sulla nuova raccolta dei rifiuti tessili del Comune di Varese, avviata con la rete RIUSE (con le cooperative ABAD e Vesti Solidali) e l’impresa Sangalli.
La nuova modalità del servizio di raccolta degli abiti e degli indumenti usati sarà finalizzata a dare loro una nuova vita, affidandosi a una filiera che propone un modello di consumo eco-sostenibile con l’obiettivo di trasformare gli abiti usati in progetti di lavoro per fasce deboli della popolazione.
«Progetto nato da un’osservazione della realtà, che purtroppo rileva lo stato di abbandono di alcuni dei cassonetti - afferma Nicoletta San Martino, assessora all’Ambiente e all’Economia Circolare - Abbiamo cercato di pensare a un servizio che potesse essere più efficace, chiaro e trasparente. Il decorò della città ne guadagnerà, ridurrà i rifiuti e creerà un circolo per cui questi vestiti verranno selezionati e, quelli riutilizzabili, andranno in vendita nei negozi second hand. Un progetto che definisce tanti obiettivi, come decoro e sostegno sociale e ambientale. Per questo spero che anche i cittadini diventino più consapevoli».
I nuovi cassonetti gialli che andranno a sostituire gli attuali saranno in totale 55, di cui 35 gestiti da ABAD e 20 da Vesti Solidale. Le due cooperative si occuperanno di svuotarli, mentre Sangalli farà dei controlli giornalieri.
Giuseppe Finocchiaro, responsabile tecnico di RIUSE, spiega che la rete «è formata da dieci imprese sociali legate a Caritas e si occupa di raccolta e gestione del rifiuto con l’idea che sviluppi un’intera filiera. Conosce il territorio e può così garantire il controllo e la verifica. Ogni cooperativa ha poi i suoi impianti e ha una convenzione per il trasporto dei rifiuti, ma la rete cerca di sostenere una cultura di economia circolare con esempi concreti».
La rete RIUSE è rappresentata sul territorio comunale di Varese dalle cooperative ABAD e Vesti Solidali: «Ci occupiamo - spiega Giuseppe Di Carlo di ABAD - dell’inserimento lavorativo per persone con disabilità e svantaggiate effettuandolo nei nostri laboratori, nelle pulizie, nella manutenzione del verde e nella raccolta d’indumenti usati. Dal 2012 facciamo parte della rete RIUSE, e la collaborazione con i servizi sociali del Comune ci ha portato ad avviare tirocini lavorativi e progetti educativi».
Per Vesti Solidali presente Matteo Lovatti: «Noi nasciamo a Milano e siamo la cooperativa più grande della rete RIUSE. Nel tempo abbiamo sviluppato esperienze e competenze, e a oggi abbiamo 150 lavoratori, 35 mezzi e tre magazzini in cui attuiamo attività di riciclo di materiali elettronici, cartucce e ovviamente materiali tessili. A Varese gestiamo il negozio Share, dove vengono commercializzati gli abiti».
«Da parte nostra pieno appoggio a questo progetto - afferma Gianluca Ferlante di Sangalli - Il posizionamento di questi nuovi cassonetti eviterà gli abbandoni di rifiuti che alcune persone, in modo illecito, depositano».
Presenta anche don Marco Casale, in rappresentanza di Caritas: «Un progetto che nasce nel mondo Caritas, con una finalità assolutamente nobile. Si trasforma il rifiuto in opportunità: l’indumento con il suo secondo uso può generare risorse economiche. Posso testimoniare personalmente come gli utili vengono effettivamente rinvestiti sul territorio. Ecco il motivo per cui invito a servirsi di questa rete di cassonetti: è chiaro che l’indumento andrà a generare valore».
A concludere, il messaggio di Roberto Molinari, assessore ai Servizi Sociali: «Sottolineerei la capacità di innovazione che stiamo mettendo in campo in città: agendo nel tema ambientale diamo risposte solidali di sussidiarietà attraverso la disponibilità di un’azienda privata e attraverso delle cooperative. Andiamo a dare opportunità a persone svantaggiate, ma il messaggio deve essere anche quello di educare i cittadini, che attraverso i loro comportamenti virtuosi generanno altri comportamenti virtuosi. Pubblico, privato e terzo settore insieme possono produrre progetti interessanti: la ricaduta ci consente di trovare risposte a situazioni che normalmente nel mercato dal lavoro non è facile trovare».