«In Lombardia le Case di comunità sono troppo spesso un guscio vuoto». Il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti non ha dubbi: «Le nuove Case di Comunità, che dovrebbero permettere l’accesso continuativo alle cure primarie e favorire la capillarità del progetto assistenziale, strutture centrali per lo sviluppo della medicina territoriale, uno degli obiettivi primari del Pnrr, per le quali il Piano nazionale prevede 2 miliardi di euro, oggi, in larga parte, sono strutture vuote, dove manca il personale sanitario».
In Lombardia è prevista la realizzazione di 199 Case di comunità, strutture per cui sono stati stanziati 448,4 milioni di euro, di cui 275,7 derivanti dal Pnrr e 172,7 da risorse regionali.
Ma in realtà il programma è ben lontano dall’essere realizzato. Il giugno scorso erano attive 92 Case di comunità sulle 129 previste per il 2023.
«Ma quel che è peggio- attacca Astuti- è che in molti casi le strutture non sono in grado di garantire i servizi necessari ad assolvere le funzioni per le quali sono state realizzate».
Il Piano prevede la presenza di un medico per almeno 60 ore alla settimana, ma il 45% delle Case di comunità non rispetta il requisito. Nel 25% dei casi la presenza è inferiore alle 30 ore settimanali.
Ma non solo. Altri due servizi fondamentali per le Case di comunità, la diagnostica e la continuità assistenziale, sono attivi solo nel 65% delle strutture.
«Questo significa - conclude Astuti - che il 35% delle Case di comunità sono scatole vuote, vecchie strutture inaugurate in pompa magna, a cui è stata solo cambiata l’insegna ma che restano sostanzialmente uguali al passato e non offrono alcun servizio aggiuntivo ai cittadini».