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Varese | 22 novembre 2023, 07:48

FOTO. L'altro Nepal del varesino Ngima Sherpa: «Abbiamo portato 150 chili di vestiti invernali per i bambini della nostra associazione»

La guida di Masnago racconta il recente viaggio nel suo Paese d'origine, dove ha accompagnato un gruppo di Varese, anche dal punto di vista sociale e culturale tra cibo, danze popolari, feste e luoghi meravigliosi come il monastero buddista più alto del mondo

FOTO. L'altro Nepal del varesino Ngima Sherpa: «Abbiamo portato 150 chili di vestiti invernali per i bambini della nostra associazione»

Del viaggio in Nepal di un gruppo di varesini terminato lo scorso 6 novembre abbiamo parlato diffusamente grazie al racconto di uno dei partecipanti, l'antiquario di Bodio Lomnago Michele Cataleta che ci ha parlato delle sue emozioni in vetta da alpino e delle bellissime campane tibetane (LEGGI QUI e QUI

Adesso è il momento di dare voce a Ngima Sherpa, la guida del gruppo, nepalese di origine ma varesino (di Masnago) di adozione che sta già organizzando anche un prossimo trekking nel 2024.

Ngima ci racconta l'altro Nepal, quello che lui sostiene con la sua associazione culturale, quello delle tradizioni, del cibo, quello dei panorami più nascosti e meno conosciuti, il vero Nepal insomma. 

«Nel nostro viaggio abbiamo portato un po' di vestiti invernali per i bambini della nostra associazione, quasi 150 chili - spiega abbiamo visitato il tempio buddista e quello induista e poi preso quattro elicotteri per andare a Lukla a 2800 metri 

Da lì è iniziato il cammino con meta il campo base dell'Everest, con tappe a 3400 metri e una sosta a Namche Bazar per visitare il museo del villaggio, il monastero che ha circa 180 anni. 

«Il giorno successivo siamo partiti per Tengboche (3870 metri) - prosegue Ngima - lì abbiamo visto un panorama molto bello e anche lì abbiamo visitato un monastero buddista, il più alto del mondo. Siamo poi partiti verso Pangboche, dove c'è un piccolo monastero in cui all'interno c'è la testa di Yeti e la sua mano». 

La salita continua poi con due tappe a 4410 metri e a 4910: a 5140 qualcuno inizia a sentire dolore alla testa. 

«Grazie al gingerlemon the, alla zuppa e alle cure delle infermiere, siamo saliti tutti perché abbiamo riacquistato energia e siamo arrivati lo stesso giorno al Campo base dell'Everest (5464 metri)» racconta la guida varesina. 

Un paesaggio insolito, senza neve nonostante l'altitudine. «Sono andato l'ultima volta 18 anni fa al campo base e la neve c'era: oggi, invece, si stanno formando i crepacci ed è molto pericoloso per i turisti perché c'è il rischio di cadere. Un'altra cosa che mi ha colpito è che c'erano molte persone» prosegue Ngima. 

Dal campo base il gruppo varesino è sceso a Gorakshep: la mattina successiva la salita a Kala Patthar (5550 metri). «"Kala" significa "Pietra nera" e i sassi sono effettivamente neri - sottolinea Ngima - anche qui il panorama si apre molto davanti all'Everest, a Ama Dablam, a Lhotse, a Pumo Ri e a Nuptse».

Quindi la discesa dagli stessi punti toccato all'andata: a Lukla c'è stata una festa di gruppo insieme ai portatori. Poi l'arrivo a Kathmandu con cena in un ristorante tipico nepalese con una danza popolare e l' incontro con il gruppo di "Okhaldhunga Nine Hills Association".

«Alle 23 abbiamo sentito il terremoto a 250 miglia di distanza da noi che eravamo nella capitale, per fortuna non è successo niente anche se dall'Italia hanno avuto paura per noi» conclude Ngima che sta già preparando il prossimo viaggio in Nepal che si svolgerà nel 2024 nelle zone remote dell'Everest, dal 14 aprile al 1° maggio. 

Un cammino dai 300 ai 4065 metri, con visita ai templi e alle altre costruzioni di Kathmand: panorami montani bellissimi, fino agli 8848 metri dell'Everest.

«Durante il trekking vivremo nella quotidianità sherpa, alla scoperta anche dei Mangar e dei Tamang, con visita e conoscenza dei progetti della "Okhaldhunga Nine Hills Association". Le scuole e l'orfanotrofio, l'incontro con tanti bambini, la scoperta delle cliniche, dei ponti e di tante altre realtà» conclude Ngima Sherpa. 

M. Fon.

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