È difficile tirare fuori una somma da quanto visto sugli schermi del Pala Barbuto. Un po’ perché in una gara che finisce con uno scarto di 1 punto, a pesare sono gli episodi. E un po’ perché stasera sotto i nostri occhi ne sono passate diverse, di cotte e di crude.
È stata la partita dei record. Ventiquattro (24, lo scriviamo in numero e in parola, come negli assegni) palle perse sono il record della Serie A 2023/2024. Così come lo sono i 43 tiri da fuori in soli 40 minuti, ma nel caso di specie Varese batte la se stessa della terza giornata, della quarta giornata, della seconda giornata e della sesta giornata.
Da record è anche il numero dei rimbalzi presi (44), dato che equivale anche alla settima prestazione di una singola squadra nel corrente campionato. E poi solo 23 tiri da sotto, l’altro side of the Moon della bulimia dall’arco: neppure la stessa Openjobmetis aveva mai tirato così poco. E che dire del +18 di Ulenao in una contesa persa solo di 1 punto? Anche qui, il contraltare è presto servito ed è il -19 di Willie Cauley-Stein. Come a dire: se in campo fosse rimasto sempre lui, forse staremmo commentando una sconfitta diversa. L’efficacia, sometimes, matter ben oltre i numeri.
Come contro Tortona, come contro Trento: c’è del buono in Gran Bretagna. Ma non basta ai biancorossi, ancora una volta. Va scritto che Napoli davvero somiglia tantissimo alla allegra brigata che per un anno abbiamo ammirato in lungo in largo per l’Italia, imparando a conoscerla dopo averla studiato per qualche tempo con la bocca storta e un vacillante credo alla San Tommaso posto come vessillo. E vi somiglia anche per quella innata capacità, figlia del suo ritmo, di lasciare sempre spazio agli avversari, ai loro canti, ai loro parziali. Anche da qui, allora, i record, i continui ribaltamenti e il punto a punto.
Come la Varese 2022/2023, tuttavia, la Ge.Vi. sa trovare il colpo di reni decisivo, anche grazie a quel pizzico di fortuna che aiuta gli audaci, lasciando gli avversari in braghe di tela.
Per trovare una morale bisognerebbe cercare di pulire il match dalle sliding door, da un Moretti-Penolope che nel finale (in realtà per tutti i 40 minuti) fa e disfa la tela (perché quel tiro da 3? Perché??), da un tiro sbagliato invece che entrato, da una palla persa in meno, o da un appoggio divorato in meno dallo sciagurato Egidio (pardon Willie) odierno, una presenza in difesa e a rimbalzo, un’assenza assordante davanti (e come sempre non solo per colpa sua).
Riducendo il tutto ai minimi termini, con grande fatica, si arriva a una morale non dissimile da altre favole già raccontate. Mancano gioco e pericolosità sotto le plance, quelli che solo l’adeguato assortimento tra caratteristiche del lungo e caratteristiche dell’esterno sa garantire. E manca un ragionatore: lo dicono le 24 perse e gli errori ripetuti di due giocatori di classe come Hanlan e Moretti.
Mancano, insomma, dei dettagli importantissimi e non scompare nemmeno oggi la paura che siano strutturali. Dettagli crudeli nel negare un successo importante a una squadra che sta migliorando, che ha uno spirito operaio fragrante (la prima, vera, impronta visibile di Biala e Lego) e prova - cavoli se ci prova - ad andare oltre i suoi limiti. In difesa, a rimbalzo, ovunque. Con i titolari, ma soprattutto con la panchina (e la lode di oggi va a Ulaneo ma anche ai progressi in prontezza di Virginio).