Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviataci da Legambiente Sesto Calende e sottoscritta anche da una ventina di cittadini che denuncia la situazione di degrado della spiaggia dei Pobi e del Parco Europa.
«Quella che segue è una lettera scritta dell’associazione Legambiente Sesto Calende, sottoscritta anche dai cittadini sestesi Andrea Sottoriva, Richard Blech, Fabrizio Leonardi, Elido, Rosanna e Gionata Pisoni, Loredana Caddeo, Donatella Ferrari, Roberta Maltagliati, Mattia Basilico, Rosa La Rosa, Carlo Legnani, Paola Macchi, Adele Casati, Francesca Ventura, Gionata e Amos Rogiani, Angelo Cora, Filippo Perricone, Claudio Bullita, Mara Lupo Stanghelini, Elisa e Marco Colombo.
Viviamo a Sesto Calende, un luogo bellissimo che si affaccia sul Parco del Ticino, il primo parco fluviale europeo e un’oasi protetta che ospita 246 specie di uccelli. Non ci stanchiamo mai di ripeterlo, perché è qualcosa che ci stimola e ci riempie di orgoglio ogni volta che investiamo energie e tempo come volontari e attivisti per la tutela ambientale. Questo luogo bellissimo però ha un grave problema: non viene trattato come merita. A Sesto, due dei luoghi più belli e rinomati per il tempo libero, specialmente in estate, sono la spiaggia dei Pobi ed il Parco Europa. Entrambi sono attualmente afflitti da un inaccettabile degrado.
Negli ultimi anni Legambiente Sesto Calende ha già lavorato per entrambe le aree in questione: sono state oggetto di interventi di pulizia e rimozione rifiuti da parte dei volontari di Legambiente (Parco Europa nel giugno 2021 - spiaggia dei Pobi nel settembre 2021) e abbiamo segnalato ripetutamente agli uffici competenti i problemi dei due luoghi (la comunicazione ufficiale fatta al Sindaco ad agosto 2022 è un chiaro esempio).
Ecco di seguito le nostre analisi e le nostre richieste per i due luoghi: restituire la spiaggia dei Pobi al suo ruolo di area naturalistica, chiediamo che si interrompa l’uso dell’area mancando di rispetto alle norme di legge, buonsenso e civiltà: attualmente adibito ad un’esperienza del lago “usa-e-getta”, dove tutto è permesso, accendere fuochi illegali, sporcare, attraccare barche a riva. L’uso sconsiderato di questa spiaggia ha portato ad un inquinamento da spazzatura che interessa una vasta area di bosco e costa, con rifiuti di ogni genere, da assorbenti, pannolini, bottiglie e cartacce, lasciate dappertutto.
Vengono illegalmente accesi fuochi, per la maggioranza anche a terra, in un’area a rischio incendio. Il bosco viene attualmente utilizzato come latrina, con il passaggio verso la spiaggia decorato con urina e feci umane coperte da salviette monouso non-biodegradabili. Una vera e propria vergogna all’interno di un’area naturale protetta. Le barche attraccano praticamente a riva, gettando ancore affilate che sono un pericolo per i bagnanti, specialmente bambini.
In più casi sono stati riportati scontri tra nuotatori e barche in manovra, nell’assoluto disprezzo delle norme vigenti. Quando il comportamento illecito viene fatto notare, bagnanti e residenti sono spesso vittime di aggressioni verbali. Insomma, la situazione è attualmente insostenibile. Chiediamo che l’area venga gestita e valorizzata come area naturalistica come la vicina Bruschera (di cui è la punta Sud) e che diventi un luogo virtuoso di tutela, assumendo il ruolo di porta nord del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Chiediamo che l’accesso all’area sia consentito ai cittadini, ma nel rispetto di un luogo che deve mettere al centro il rapporto tra uomo e natura. Specificatamente, chiediamo che sia bloccato l’accesso carraio da via Pasturazza con una sbarra, di modo da evitare parcheggi selvaggi e sporcizia che dilagano in tutta la zona. Chiediamo il posizionamento di telecamere presso l’attuale bidone della spazzatura in via Pasturazza, e demandiamo il rispetto della legge con sanzioni per chi sporca e accende fuochi. Chiediamo oltretutto che si posizionino delle boe per delimitare l’attracco di barche troppo vicino a riva, e che il comportamento illecito sia punito dalla guardia costiera.
Tutto ciò potrà essere realizzato facilmente, semplicemente mettendo in atto la legge vigente e anche grazie alla Nature Restoration Law passata qualche mese fa al Parlamento Europeo nella quale si definisce proprio l’esigenza per l’Europa di ripristinare gli ambienti naturali degradati dall’attività umana (si, sembra scritto apposta per i Pobi!) Tutta la zona è un ecosistema che ha un elevato valore naturalistico: bisogna proteggerlo, tutelarlo e valorizzarlo. Per noi e per future generazioni.
Rivalorizzare il Parco Europa come area naturalistica ma al contempo di svago, nel rispetto dell’ambiente. Il Parco Europa è una area antropizzata da lungo tempo, il cui aspetto naturale è stato trasformato da più di 100 anni. L’obiettivo che ci prefiggiamo per il futuro è che il Parco Europa venga rimesso in opera con il fine di renderlo l’area di riferimento per chi vuole trascorrere del tempo in riva al fiume, senza farsi mancare alcuni comfort.
Per questo, ancora una volta, chiediamo:
• che il parcheggio torni ad essere utilizzabile senza rischi (sistemando pavimentazione, illuminazione, accesso al parco, sistemi di sicurezza) e che venga rinnovato puntando ad esempio all’installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici (magari pensando in grande, puntando a coprire l’area con pensiline fotovoltaiche che potrebbero alimentare i palazzi pubblici o essere la base per creare una CER per il quartiere di Sant’Anna);
• che vengano resi disponibili servizi igienici basici, accessibili per gli utenti dell’area e porre fine all’utilizzo dell’ambiente naturale come fosse una latrina (cosa che, ad oggi, avviene sia ai Pobi che al Parco Europa);
• che l’area venga ripensata, creando una zona dedicata a chi non vuole rinunciare alla grigliata domenicale, ma che ciò possa avvenire in sicurezza sia per le persone che per l’ambiente circostante installando infrastrutture adeguate, creando un regolamento dedicato e facendo intervenire le forze dell’ordine per rispettare le regole;
• che si crei una narrazione sull’area, sul cosa è stato per la città e sulla sua storia;
• che le specie arboree presenti vengano monitorate regolarmente, evitando di intervenire in maniera emergenziale solo nel momento in cui si scopre che “ops, è malata!” con l’abbattimento e programmando ripiantumazioni adeguate. Chiediamo una cosa semplice: che sia davvero un luogo per i cittadini.
La nostra posizione è sempre la stessa: è necessario un cambio importante, tanto culturale per i cittadini, quanto di gestione per chi è responsabile del bene comune. Noi saremo sempre a disposizione per collaborare ed aiutare e non ci stancheremo mai di ripetere queste cose, perché amiamo troppo Sesto Calende e non possiamo accettare che le si manchi di rispetto in questo modo».