In cauda venenum. Il Consiglio comunale di Busto Arsizio si infiamma sul caso che ha tenuto banco in città nei giorni scorsi: il post della montagna con l’immagine di Hitler pubblicata su Facebook da Francesco Attolini che, dopo una settimana di polemiche che hanno avuto un’eco nazionale, ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di amministratore unico di Agesp Energ
Il Pd: «Nessun chiarimento dell’amministrazione»
Finale di Consiglio tesissimo ieri sera, con un duro scontro tra il sindaco Emanuele Antonelli e il Partito Democratico.
Stava per scoccare la mezzanotte – orario in cui solitamente vengono chiusi i lavori dell’assise – quando si è giunti alla discussione dell’ultimo punto all’ordine del giorno. Vale a dire la mozione, ormai superata dagli eventi, presentata dai gruppi di opposizione per chiedere la convocazione dell'assemblea della società per procedere alla revoca del suo amministratore.
Paolo Pedotti ha comunque voluto puntualizzare che nei giorni scorsi, nonostante i solleciti del Pd di cui è segretario cittadino, «non è arrivato alcun chiarimento da parte dell’amministrazione e della maggioranza su questo tema. E questo è sicuramente un vulnus», ha detto.
La reazione del sindaco
Un’uscita che ha provocato la reazione del sindaco Antonelli, con un intervento sempre più duro, in particolare nei confronti del capogruppo dem Maurizio Maggioni: «Io non sono obbligato a rispondere se voi mi chiedete qualcosa, anche perché lo fate solo per scopo politico – ha affermato –. Ai cittadini, pochissimi per la verità, che mi hanno chiesto che cosa fosse successo, ho risposto e ho anche detto quello che stavamo facendo».
Quando a quel punto alcuni consiglieri di minoranza hanno fatto per andarsene, Antonelli ha attaccato: «Mi sembra di aver già dimostrato che se ci siete o non ci siete per me è la stessa cosa, quando ragionate in questo modo».
Per poi aggiungere: «La maggioranza ha dato risposta immediata nelle sedi opportune. Il partito (Fratelli d’Italia, lo stesso del sindaco, ndr) l’ha subito sospeso da alcuni incarichi. Ma voi non sapete che l’operatività di una società è un’altra cosa, non si cambia dall’oggi al domani. Abbiamo dovuto aspettare cinque giorni, poi lui si è dimesso e lunedì c’è l’assemblea per la sostituzione».
Ad Attolini «devo anche dire grazie perché ha fatto benissimo il presidente. Non nego quello che è successo: ha sbagliato completamente, ma il primo a riconoscerlo è stato lui». Ma, «nei suoi comportamenti, non ha mai dimostrato di credere a quella foto. Ha fatto una stupidata che alla sua età non deve fare, riportando una foto che girava. Ha sbagliato, lo ha capito, gli sono stati tolti gli incarichi: cosa volete di più?».
Lo scontro con Maggioni e il caso Coop
Di fronte a qualche rimostranza, Antonelli ha tuonato all’indirizzo del capogruppo del Pd Maggioni: «Voi avreste dovuto imparare dal passato. Smettetela di attaccare subito. Lei lo ha già fatto, insieme al consigliere Diego Cornacchia, contro di me. Se vi avessi ascoltato, mi sarei dovuto dimettere il giorno dopo». Il riferimento è alla causa tra Comune e Coop e a quanto venne scritto sulla rivista distribuita dall'azienda, Vedetta Cooperativa, di cui Maggioni era stato responsabile del coordinamento redazionale. «Prima di sparare a zero vediamo come vanno a finire le cose», ha proseguito, adducendo come «aggravante» il fatto che Cornacchia sia un avvocato al pari di alcuni parenti di Maggioni.
Quest’ultimo è quindi intervenuto per fatto personale: «Non accetto che un sindaco si comporti in questo modo – ha replicato –. Non è nel costume di un sindaco. Ci sono state delle critiche presentate da una parte politica. Il suo riferimento a questioni personali o familiari è assolutamente fuori luogo».
«Fuori luogo sono le cose che continuate a dire voi – lo ha interrotto Antonelli –. Io rispondo alle cose politiche che mi interessano, alle cose che vi inventate ogni volta, al sangue che volete vedere ogni volta, io non risponderò mai più. Se volete venire a lezione di comportamento, seguite il centrodestra, che queste cose non le fa mai. Vi facciamo lezione e non vi facciamo neanche pagare».
L’amarezza di Castiglioni
La chiosa, a Consiglio comunale terminato, è di Gianluca Castiglioni, capogruppo di Busto al Centro a cui non era stata data la parola in quanto la mozione era «superata»: «Mio padre è stato sindaco di Busto e oggi avrebbe compiuto 97 anni. Dopo quello a cui abbiamo assistito – ha detto sconfortato – si sta rivoltando nella tomba».