«Ci sono giorni che cambiano la vita. Questo di Varese lo è. Ogni ciclista ha un sogno e io l’ho realizzato» dice Alessandro Ballan, ultimo campione del mondo azzurro che è tornato nella Città Giardino proprio oggi, 28 settembre 2023, quindici anni dopo quella fucilata del 28 settembre 2008 che lo fece entrare all'ippodromo da trionfatore.
«Tanta gente di Varese mi incontra e mi dice "sono di Varese" e io rispondo sempre con una battuta: "Lo sono anche io" - dice Alessandro da piazza Monte Grappa, ospitato nella sala immersiva della Camera di Commercio sotto il video della sua impresa e sovrastato dalle immagini dei suoi compagni di allora - Il mio nome sarà sempre legato a questa città e quello di questa città a me: è una cosa che mi rende fiero e orgoglioso. Quando passo da Varese vado a rifarmi il Montello e i Ronchi, poi entro all'ippodromo e mi fermo per qualche attimo per tenere vivo quel giorno che mi ha cambiato la vita».
L'ultimo campione del mondo italiano, accanto agli ex compagni Luca Paolini e Andrea Tonti e all'organizzatore dei Mondiali, Renzo Oldani, regala emozioni quasi identiche ad allora: «Quel giorno eravamo partiti tutti per Bettini perché volevano fargli chiudere la carriera da campione del mondo qual era. Il fatto che venne francobollato dagli avversari fece cambiare i piani in gara all'indimenticabile ct Ballerini (la sala applaude). In volata non ero certo il favorito, e allora provai a scattare e riscattare molto prima, finché partii».
«Credo nei segni, oltre che nei sogni» dice poi Ballan raccontando un aneddoto da brividi. «Tempo prima avevo visto una stella cadente nel giardino di casa... e credo che lì nacque il sogno Mondiale. La sera prima della gara di Varese ero sotto le coperte in camera con il mio compagno Tosatto, mi chiamò mia sorella e mi disse: "Addormentati pensando a come vorresti vincere domani". Io lo feci e sognai proprio quello scatto a 2 chilometri e mezzo dall'arrivo. Come si fa a dire che non esiste qualcosa di magico in tutto questo?».
«Prima di entrare all'ippodromo per me fu un'agonia - conclude Ballan - ma poi l'agonia divenne estasi».
Renzo Oldani, dopo aver speso alcune parole bellissime in ricordo del ct Ballerini («Aveva il modo e la testa giusta per porsi nei confronti degli altri» le parole toccanti di Paolini), ricorda come «a Madrid quando ci hanno assegnato i Mondiali battemmo anche un piccolo complotto anti-Varese. Il Mondiale è stata una svolta per noi organizzatori e per il territorio, perché abbiamo iniziato a capire il valore del ciclismo. Di Mondiali ne ho visti tanti ma lo stadio di Varese non si è più visto. Il boato all'entrata di Ballan sul rettilineo non l'ho mai più sentito in vita mia».
«I Mondiali del 2008 hanno aperto la strada a un ciclismo che porta appassionati e turismo in provincia di Varese - conferma Anna Deligios, dirigente della Camera di Commercio - Vorremmo una provincia tutta percorribile senza scendere dalla bici ed è proprio così». Poi, rivolta a Ballan: «Nel 2008 realizzammo una scultura per te che è ancora a Ville Ponti: quando vuoi venirla a ritirare, è tua».
Qui sotto Ballan rivive 15 anni dopo la fucilata di Varese. Poi la sua intervista