È ripartito, ancora una volta, con il nuovo anno scolastico, il Liceo con curvatura biomedica. Un percorso di orientamento alla Facoltà di Medicina negli istituti superiori sostenuto, in collaborazione con gli stessi istituti scolastici coinvolti, dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Varese.
“Un percorso di orientamento che ha registrato un grande successo e che conferma l’attenzione del nostro Ordine verso le nuove generazioni e il mondo della scuola. Dai suoi primi passi, il Liceo Biomedico è cresciuto, si è consolidato e si è diffuso a macchia d’olio in tutto il Paese”, dichiara il Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, la Dottoressa Giovanna Beretta.
Un’esperienza didattica nata dalla decisione del Ministero dell’Istruzione di avviarla in via sperimentale, grazie ad un’intesa con la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Un progetto innovativo, che vide un importante contributo, al suo nascere, da parte del Dottor Roberto Stella, allora Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese.
Un percorso didattico che prevede 150 ore di lezione nel triennio finale dei licei, con lezioni teoriche, lezioni pratiche e dieci ore presso strutture sanitarie individuate. Lezioni che vengono seguite dagli studenti in termini extracurriculari, consentendo loro di misurarsi con la professione medica, verificando se corrisponde davvero alle loro aspettative.
Nel nostro territorio provinciale, il progetto-pilota era partito in partnership con il Liceo Ferraris di Varese, ma successivamente, in provincia di Varese, oltre al Ferraris, sono stati coinvolti anche il Liceo Leonardo Da Vinci di Gallarate e il Liceo Daniele Crespi di Busto Arsizio, coinvolgendo più di 150 studenti ogni anno.
Continua il Presidente Giovanna Beretta: “Il percorso bio-medico vede impegnati numerosi medici iscritti al nostro Ordine (circa un centinaio). Una partecipazione sia alle lezioni in classe, sia nell’affiancare gli studenti che operano in ospedali e strutture sanitarie selezionate per l’attività laboratoriale. Un grande impegno, per il quale ci sentiamo di ringraziare, in particolare, il Professor Giulio Carcano e il Dottor Marco Donadini, componenti della Commissione Formazione dell’Ordine dei Medici di Varese e docenti all’Università dell’Insubria”.
Sull’esperienza dei licei con curvatura biomedica esprime un giudizio il Professor Giulio Carcano, Direttore del Dimit all’Insubria e Responsabile formazione dell’Ordine dei Medici di Varese. “In Italia è sempre più scarso l’interesse degli studenti verso la professione medica, sempre meno appetita da un punto di vista sociale. Un fatto importante, che deve fare riflettere scuola, università, ordini professionali, e deve spingere a chiarificare il ruolo del medico oggi”.
Seguire l’indirizzo bio-medico è una scelta importante e impegnativa: “Non ha come primo obiettivo quello di agevolare il passaggio ai test. Se questo comunque può accadere, l’esperienza è utile agli studenti soprattutto per capire quanto siano motivati per affrontare medicina all’università, una scelta che comporta molti anni di studio, una scelta che può riguardare tutta la vita”.
“E’ un percorso che negli anni ha assunto una valenza sempre più significativa, ma anche la necessità di gestire, da parte dell’Ordine dei Medici, un itinerario sempre più complesso – dichiara il Dottor Marco Donadini, Professore associato Medicina Interna all’Insubria -. Per questo ci stiamo rivolgendo ad uno spettro più ampio di enti ospedalieri, fondazioni private, università nell’ottica di coinvolgere il più possibile tutta la provincia di Varese”.
Sull’esperienza didattica Interviene anche Giuseppe Carcano, Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Varese. “Un’esperienza davvero positiva, un valore aggiunto per il nostro sistema scolastico, che negli anni è stato mantenuto e perfezionato. Un percorso che completa la formazione scientifica e orienta gli studenti verso medicina, verso più in generale le professioni sanitarie, verso biologia”. “Credo che sia un percorso molto gettonato dagli studenti – continua Carcano - perché scelto volontariamente e costituisca un elemento di grande prestigio per le stesse scuole che lo propongono”.