Le erbacce ai cimiteri, le buche sulle strade, i tombini intasati, un cartello divelto, i rifiuti abbandonati, le panchine rovinate o inutilizzabili, le aiuole selvagge, la vegetazione che oscura segnali stradali e lampioni: a Varese siamo diventati tutti segnalatori seriali. Come se bastasse un post sui social - il centro dell’universo per alcuni fustigatori di professione - a risolvere il problema. Provando a proporre una soluzione, invece di fermarsi alla denuncia solitamente accompagnata da una solenne bastonata agli amministratori, spesso arriva prima quest’ultima della seconda (“Piove, governo ladro”? No, “Buca, Comune ladro”), basterebbe poco perché la segnalazione arrivi direttamente in porto, anzi che sia lo stesso Palazzo Estense a recepire e risolvere i problemi di piccola manutenzione.
Addetti comunali dell’assessorato di competenza che si occupa di infrastrutture, manutenzione e verde potrebbero girare nei quartieri, essere a contatto con i cittadini, evidenziare le criticità e risolverle in breve tempo o portarle a conoscenza, in caso di interventi più importanti, dell’amministrazione.
Non esistono queste figure? Non crediamo che in seno ad assessorati che si occupano di lavori pubblici mastodontici non esista la possibilità di crearle o utilizzarle attraverso spostamenti intelligenti nella struttura.
Si potrebbe così, di fronte a problemi a volte sì talmente evidenti ma altrettanto facilmente risolvibili - ma che si incancreniscono nel rimanere irrisolvibili - passare dalla denuncia alla collaborazione e alla soluzione. E dal mondo social a quello reale.