Un bando per assegnare contributi a persone non autosufficienti; la compilazione della documentazione insieme agli addetti a casa di una persona con disabilità grave; una firma mancante e, di conseguenza, l’esclusione dalla graduatoria.
È il consigliere regionale gallaratese Luca Ferrazzi (Lombardia Migliore-Letizia Moratti) a ricostruire quanto accaduto a un cittadino residente a Cuveglio, nel territorio della Comunità montana Valli del Verbano. E a chiedere alla giunta di Palazzo Lombardia, attraverso un’interrogazione, se sia possibile sanare quello che definisce «un caso di palese ingiustizia ai danni di una persona affetta da grave disabilità».
Nel documento, Ferrazzi scrive che lo scorso 17 marzo la Comunità montana Valli del Verbano ha pubblicato un bando per l’assegnazione di buoni sociali in favore di persone non autosufficienti e che il mese successivo, in data 19 aprile, «due assistenti sociali dipendenti di questo ente e due operatori sanitari dell’Asst Sette Laghi si sono recati presso l’abitazione di una persona affetta da grave disabilità per la compilazione della domanda di contributo per la Misura B2».
Il bando, precisa, è finanziato dalla Regione attraverso l’Ats.
«La persona affetta da disabilità, assistita per la compilazione e sottoscrizione della domanda dal menzionato personale, si è totalmente affidata a loro», spiega Ferrazzi. Gli stessi enti che hanno poi dovuto valutarla, fa notare.
Il 10 luglio l’amara sorpresa: «La persona disabile grave ha ricevuto tramite Pec del genitore una nota in cui gli veniva comunicato che è stata approvata la graduatoria delle domande presentate in favore di persone non autosufficienti e contestualmente è stata informata dell’esclusione della domanda dalla graduatoria in quanto carente di una delle due firme nella parte riguardante la privacy».
Il giorno dopo il padre di questo cittadino «ha trasmesso via Pec alla Comunità Montana Valli del Verbano richiesta di revisione dell’istanza, ma sino ad oggi tale richiesta non ha ricevuto alcun riscontro».
«È l’esempio di come non dovrebbe funzionare le cose, soprattutto trattandosi di persone con disabilità grave», commenta il consigliere di minoranza, che nell’interrogazione evidenza che «la domanda è stata compilata dal preposto personale della Comunità Montana Valli del Verbano e dell’Asst Sette Laghi e che è la persona affetta da grave disabilità ha apposto la firma esattamente dove le è stato indicato dal menzionato personale; che alla persona disabile non è stata richiesta alcuna integrazione documentale alla domanda e non è stata contattata da nessuno».
E ancora «che per una svista/errore commesso, non dalla persona disabile, ma da personale specializzato che dovrebbe aiutare e supportare persone affette da gravi disabilità a compilare e a sottoscrivere la domanda in modo corretto ed esaustivo, la domanda è stata respinta».
Tra l’altro, volendo essere ancora più specifico, Ferrazzi aggiunge che «la domanda è stata compilata in tutte le sue parti, inclusa quella riguardante la privacy; solo negli spazi riguardanti le firme è stata omessa una firma intermedia, ma era comunque stata apposta la firma conclusiva».
«Ci sarà un ricorso al Tar – anticipa il consigliere – ma io ho presentato un’interrogazione a risposta scritta per chiedere all’assessorato se ha la possibilità, essendo l’ente erogatore, di porre in essere un’iniziativa per sanare questa cosa». Per citare ancora il testo, Ferrazzi vuole sapere «se vengono svolti puntuali controlli sull’operato degli enti facenti parte degli Ambiti territoriali e se in casi come quello descritto si possa intervenire per sanare un caso di palese ingiustizia ai danni di una persona affetta da grave disabilità».