Una meravigliosa vacanza in Madagascar, trascorsa presso una struttura ricettiva di tutto rispetto, che, al momento del rientro in Italia, si è trasformata in un incubo. Questo è quello che è successo ad una signora residente a Lavena Ponte Tresa, che ha inviato una lettera ai colleghi della redazione di Luinonotizie.it per raccontare cosa le è successo.
L’obiettivo della donna è quello di rendere partecipi i lettori su quanto accaduto il 12 luglio scorso a Nosy Be, per informare tutti sui rischi che incorrono quando si recano in questi paesi dove non esiste assistenza sanitaria e dove, alcune agenzie di viaggio non sono in grado di affrontare emergenze.
Ecco la lettera della lettrice:
Io, una mia amica e altri turisti, siamo stati coinvolti in un terribile incidente lungo il tragitto che il 12 luglio scorso avrebbe dovuto portarci all’aeroporto di Nosy Be per il rientro a Malpensa. Quella che poteva essere una vacanza da sogno si è trasformata in un incubo.
Ci siamo accorti subito che il pulmino che doveva portarci all’aeroporto aveva qualcosa che non andava: faceva fatica a fare lievi salite e il rumore del motore non era dei più rassicuranti. Poi, all’improvviso, abbiamo iniziato a sentire un forte odore di bruciato, dopodiché l’autista non è più riuscito ad ingranare le marce e a frenare. Si erano rotti i freni.
Eravamo in discesa e l’unica cosa che poteva fare l’autista, è stata quella di sterzare a destra e poi a sinistra per consentire al pulmino di arrestare la sua corsa. Ovviamente l’impatto contro il muro di contenimento è stato devastante. Io, la mia amica ed altri ce la siamo cavata con molteplici contusioni, ma altri hanno riportato traumi decisamente più gravi. Un signore, all’arrivo a Malpensa, è stato portato via in ambulanza con lancinanti dolori alla schiena.
In una frazione di secondo ho pensato di morire. E’ una sensazione che non auguro a nessuno! Sono viva e lo devo alla prontezza di riflessi dell’autista. Nel pulmino (se così lo vogliamo chiamare), che è venuto a recuperarci nel luogo dell’incidente, non c’era nessuno dello staff; non ci hanno portato né acqua né un kit di primo soccorso. Lo staff ci aspettava all’aeroporto, dove siamo stati medicati e successivamente imbarcati in classe Premium.
A questo punto mi chiedo: come può una struttura così rinomata a non fare una corretta manutenzione su pulmini che sembrano usciti da uno sfascia carrozze? L’incolumità degli ospiti, a mio giudizio, viene sicuramente prima delle bellezze del Madagascar e delle comodità del resort. Per concludere posso dire solo una cosa: i traumi fisici con il tempo passano, ma il trauma psicologico che abbiamo riportato ci accompagnerà ancora per lungo tempo.
Ciò che mi fa più rabbia è che né l’agenzia, né il direttore del resort abbiano speso una sola parola o anche una semplice mail per sapere come stavamo.