L'unica domanda difficile è: quante fiaccole hai vissuto? Perché ognuna di queste tappe dell'oratorio e della vita si fonde con la successiva o la precedente. Ogni momento è rapidamente condiviso e tutto sembra un'unica, grande fiaccolata che fa sentire insieme anche generazioni precedenti.
All'oratorio di Sacconago si svolge la cena per i partecipanti della radicatissima iniziativa, che si è rinnovata lo scorso maggio nella parrocchia di Busto Arsizio. LEGGI QUI Non sono tutti, questo è un sabato di matrimoni e altri eventi, però una sessantina di partecipanti hanno risposto all'appello. Si cena, si conversa, poi si accenderà questa volta non la fiaccola - che comunque è presente vicino allo schermo - bensì il video che narra quei momenti. Davide Fedeli e Fabio Piantanida spronano il gruppo.
Viene ai microfoni, restio ai riflettori, Luigi Penzo che ha maggiore esperienza alle spalle: «La fiaccola è bella perché si sta in compagnia. Si prega, ci si raccoglie, ci sono tanti giovani e quando si torna, si è più forti». Ma anche Christian Castelli e Claudio Tibaldo non scherzano sulle edizioni seguite, dato che hanno iniziato da bambini: «Abbiamo cominciato da frequentatori all'oratorio. Il momento più bello è quando si accende. Oggi dentro ci sono i nostri figli. La nostra è una fiaccola votiva, l'ha accesa anche il Papa».
Le sorelle Daniela e Stefania Danubio si illuminano quando parlano della fiaccola, che pur è «anche sudore, fatica, prendere la pioggia... ma significa portare la nostra fede della fonte che è il nostro oratorio, trasmettere qualcosa agli altri. Condividiamo il tempo anche con chi è grande».
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