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Salute | 09 giugno 2023, 18:22

Con le zanzare nel Varesotto torna l'allerta West Nile virus: trovato un uccello infetto. L'anno scorso i casi furono cinque

Ats Insubria ha collocato diverse trappole in tutto il territorio per catturare esemplari e analizzarli in cerca di organismi patogeni trasmissibili all'uomo: «L'individuazione del virus a maggio nel Varesotto deve innalzare il livello di attenzione per l'estate. L'80% dei casi è asintomatico ma in soggetti deboli la malattia può avere un quadro clinico severo». Ecco cosa c'è da sapere

Con le zanzare nel Varesotto torna l'allerta West Nile virus: trovato un uccello infetto. L'anno scorso i casi furono cinque

Pioggia, tanta pioggia, come non se ne vedeva da tempo. E l'arrivo dei primi caldi. Un mix ideale per il proliferare delle zanzare che da giorni ormai hanno invaso anche Varese, entrando nelle nostre case e infastidendo le nostre serate. Ma il boom delle zanzare, tra cui la cosiddetta zanzara tigre, non rappresenta solo un fastidio, ma è anche un rischio per la salute. Perché possono portare malattie tropicali anche all'uomo.

L'attenzione è valida anche nel Varesotto, dove dal 2022 uno di questi virus è stato individuato sull'uomo: si tratta febbre del Nilo Occidentale, meglio nota come West Nile, da alcuni anni presente nel bacino della Pianura Padana. Cinque i casi individuati da Ats Insubria nella nostra provincia lo scorso anno, ancora nessuno quest'anno anche se il virus è stato isolato a inizio maggio su una cornacchia e ha fatto suonare un campanello d'allarme.

La situazione viene monitorata in provincia di Varese da un team di Ats Insubria che va "a caccia" della zanzare infette e mette in atto le misure preventive per l'uomo.

A loro VareseNoi ha chiesto di fare il punto sulla situazione in vista dell'estate: «Per permettere di rilevare precocemente la presenza di zanzare infette - spiegano da Ats Insubria - il Servizio Veterinario posiziona, in accordo con Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale, alcune trappole sul territorio della provincia di Varese e di Como che vengono monitorate ogni 15 giorni nel periodo giugno/ottobre. Gli insetti catturati vengono poi analizzati in laboratori specializzati. L’eventuale presenza di zanzare infette comporta l’attivazione di una serie di interventi, che includono sia misure precauzionali per prevenire la trasmissione dell’infezione che azioni mirate contro gli insetti. Compete sempre al Servizio Veterinario monitorare la diffusione della malattia negli animali, soprattutto negli uccelli selvatici e nei cavalli».

Al centro delle ricerche del team ci sono i virus tropicali trasmessi tipicamente da questi insetti. «Alcune specie di zanzare possono essere vettori di virus che, attraverso la puntura, entrano nel circolo sanguigno dell’uomo causando malattia. Il rischio maggiore di infezione per l’uomo è correlato a viaggi in aree geografiche del mondo infestate da zanzare vettori di diversi virus patogeni: Dengue, Febbre gialla, Chikugunya. Per tale motivo è importante durante il soggiorno in paesi o aree a rischio adottare idonee misure preventive al fine di proteggersi dalle punture» spiegano dall'Agenzia.

Ma anche in Italia negli ultimi anni hanno iniziato a circolare in alcune aree, da maggio a novembre, zanzare portatrici di virus come il sopracitato West Nile, ma anche l'Usutu virus e il Toscana virus.

«I casi di Toscana virus si manifestano con sindrome febbrile simil influenzale, nell’anno 2022 sono stati registrati un centinaio di casi prevalentemente in Emilia-Romagna e Toscana, Liguria. Nessun caso ad oggi nel territorio di Ats Insubria» spiegano gli esperti varesini. Nessun caso registrato nel territorio di Ats Insubria neanche di Usutu virus, «forma molto simile per decorso e modalità di trasmissione a West Nile Disease: ad oggi segnalate in Italia 6 casi di cui due asintomatici».

Diverso il discorso per il West Nile virus, già presente sin dal 2008 nelle zanzare e negli uccelli delle aree del delta del Po’ e della bassa padana: dal 2022 il virus è stato riscontrato anche nelle zanzare e negli uccelli selvatici, che fungono da serbatoio naturale, nei territori di Como e Varese. «L’uomo e i cavalli rappresentano gli ospiti terminali e non sono in grado di trasmettere l’infezione a loro volta. Per la prima volta nel 2022 sono stati segnalati casi autoctoni nel territorio di Ats Insubria, a carico di soggetti che non avevano effettuato viaggi in aree a rischio al di fuori delle due province nei giorni precedenti la malattia».

I casi hanno coinvolto cinque soggetti domiciliati nel Varesotto. «In due casi, soggetti giovani, di età inferiore ai 50 anni, il riscontro dell’infezione, del tutto asintomatica, è avvenuto in corso di screening pre donazione di sangue, mentre negli altri casi i soggetti hanno sviluppato sintomatologia» spiegano da Ats Insubria.

Per l'anno in corso non si registrano per ora nuove infezioni, ma la situazione viene attentamente monitorata dopo che il virus un mese fa ha fatto la sua comparsa. Non su un essere umano, ma su una cornacchia, risultata infetta nel territorio di Varese. Un episodio che, fanno sapere dall'Agenzia, «deve innalzare per l’imminente stagione estiva il livello di attenzione dei cittadini nei confronti della lotta alle zanzare presso il proprio domicilio. I MMG e i PLS e le strutture ospedaliere sono altresì chiamati ad una attenzione diagnostica mirata».

Ma quali sono gli effetti sulla salute e i rischi per l’uomo di West Nile Virus? «Dalla puntura della zanzara infetta l’incubazione varia fra 2 e 14 giorni, ma può arrivare anche a 21 in soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. È bene sottolineare che nella maggior parte delle persone infette (circa 80%) non si rileva alcun sintomo - continuano da Ats - I casi sintomatici, circa il 20%, presentano sintomi lievi come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Si tratta di sintomi che durano pochi giorni, raramente qualche settimana, e variano a seconda dell’età».

In anziani e soggetti debilitati la sintomatologia può essere più grave: «In media in meno dell’1% degli infetti (1 persona su 150) - continuano gli esperti varesini - si presenta con un quadro clinico severo: febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Nei casi più gravi - circa 1 su mille - il virus può causare un’encefalite letale».

Attualmente non esistono vaccini per l’uomo contro la West Nile: per questo Ats Insubria raccomanda «di evitare le punture di zanzara con repellenti cutanei e caldeggiamo, all’aperto, l’uso di pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe in particolare all’alba e al tramonto. Invitiamo, inoltre a soggiornare il più possibile in ambienti protetti da zanzariere e/o provvisti di diffusori di insetticidi ad uso domestico. Suggeriamo anche di contenere la riproduzione di zanzare svuotando frequentemente i sottovasi e i contenitori con acqua stagnante, cambiando frequentemente l’acqua nelle ciotole per gli animali e limitando in generale che si creino aree con acque stagnati».

«I centri trasfusionali del territorio sono attivi nel sottoporre a screening con test WNT NAT i donatori di sangue per intercettare eventuali infezioni silenti evitando di trasfondere sangue infetto. I donatori che hanno trascorso anche solo una notte in una delle aree in cui si è rilevata la presenza di WNV sono inoltre in ogni caso sospesi per 28 giorni dalla donazione» concludo da Ats Insubria.

Bruno Melazzini

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