I Blues Brothers varesini della notizia siedono su una panchina del Parco Mantegazza a Masnago con tutto l’occorrente per “mandar via” pezzi, navigare in rete, scattare fotografie e magari cazzeggiare anche un po’, vista la bella giornata che non invita certo a chiudersi in redazione.
Anche perché la redazione, spazio fisico un tempo ammorbato da migliaia di sigarette, con urla dei capiredattori, bestemmie del proto, e improvvisi silenzi all’arrivo del direttore, è ormai quasi scomparsa, ricordata soltanto da vecchietti come lo scrivente, che ne ha girate sette fino al decreto Sirchia che proibì finalmente il tabagismo di ritorno.
Una volta i viaggiatori del Grand Tour si portavano appresso guide, calepini e acquerelli, annotavano usi e costumi del popolo, facevano il ritratto a qualche bella contadina, ripartivano e mesi dopo arrivavano libri in tedesco in cui si lodava la terra «dove fioriscono i limoni».
Nel 2023, Andrea e Bruno, dioscuri di Varesenoi, hanno inventato la redazione ambulante, i pc portatili al posto dei taccuini, lo smartphone a quello della reflex, zainetto, e via per i parchi, aperitivo e tremila battute, telefonata ed ecco il pezzo del collaboratore da mettere in rete in tempo reale. Mentre tutt’intorno cantano i merli e le capinere, magari c’è in giro anche qualche scoiattolo e i bimbi ricorrono il pallone e vanno sull’altalena.
Un giornalismo en plein air da far invidia ai colleghi ancora costretti da interminabili riunioni di redazione in open space alluvionati dai neon, mentre qui la notizia germina quasi dalla terra, anzi dal prato.
Osservando la fotografia con i due colleghi al lavoro, viene in mente la fortuna di vivere in una città in cui ci si può rilassare nel verde quando e come si vuole, leggere o scrivere seduti sotto un acero, un faggio o un castagno, anche soltanto pensare a come la bellezza può essere a portata di mano a due passi da casa.
Bruno e Andrea lo hanno capito, da cronisti di razza quali sono, e restituiscono nei loro articoli la voce della gente, gli umori e anche le rabbie, il vissuto quotidiano che passa - altroché se passa - anche se si sta “in panchina” non per leggere il giornale di carta come si faceva fino a ieri, ma per osservare e interrogare. E il giornale, online, farlo arrivare sui nostri schermi al meglio delle possibilità. Se poi la notizia profuma di caprifoglio, gelsomino e porta con sé il ronzio delle api o le voci dei bambini, è tutto grasso che cola, i due in panchina sono sempre pronti a scendere in campo e fare gol.