Calcio - 05 maggio 2023, 09:26

Moreno Ferrario e quello scudetto vinto con Maradona: «Diego aveva il dono di farti sentire grande. A Napoli ti spinge l'anima della folla»

L'ex difensore del Varese e pilastro della squadra che conquistò il primo campionato il 10 maggio 1987 vive così il trionfo azzurro: «Ricordo l'ingresso al San Paolo, era come se fossimo trasportati dall'onda del popolo. La forza di Spalletti: giocatori al posto giusto con la testa giusta, quella di chi non si è fatto travolgere dalla pressione esterna»

Moreno Ferrario con Diego Maradona

«Con Diego si diventava forti e si faceva gruppo, non sbagliavi mai perché aveva il dono di darti sempre sicurezza. Era un compagno straordinario, un leader carismatico unico, era il primo a difendere i compagni, a sacrificarsi e a dare l’esempio. Personalmente ho avuto tre grandi fortune sportive nella mia vita: giocare a Napoli, giocare con Maradona e vincere il campionato il 10 maggio 1987»: parole di Moreno Ferrario, grande cuore biancorosso e "varesino" nell'anima, nato a Lainate il 20 marzo del 1959.

Ferrario cresce nelle giovanili del Varese, dove debutta in prima squadra in serie B nella stagione 1975-1976, giocando 10 partite. Nella stagione successiva è titolare a soli 17 anni totalizzando 30 presenze.

A 18 anni quello che diventerà uno dei difensori e degli uomini più benvoluti e amati a Varese viene ceduto al Napoli, dove è subito titolare e diventa ben presto il pilastro della difesa partenopea insieme a Bruscolotti, altra grande icona del calcio napoletano. Moreno nella sua lunga carriera ai piedi del Vesuvio disputa 396 partite, segnando 11 reti, per poi passare alla Roma.

Terminata la sua carriera da calciatore, inizia a trasmettere la sua grande esperienza calcistica allenando il settore giovanile di diverse squadre dell’hinterland milanese e del Varesotto.

Ferrario è stato uno dei protagonisti del primo scudetto del Napoli, stagione 1987, con una squadra che ancora oggi è leggenda composta da campioni del calibro di Maradona, Garella, Bruscolotti, Ferrara, Renica, per citare solo alcuni dei calciatori di quella azzurra e radiosa formazione che ha fatto sognare i napoletani.

L'ex giocatore del Varese è sempre nel cuore dei tifosi napoletani e viene invitato spesso in trasmissioni sportive legate alla tifoseria partenopea, tanto da definirsi un napoletano doc.

Chi allora meglio di Ferrario può commentare lo scudetto appena conquistato dal Napoli di Spalletti?

Moreno che ricordo ha di quella storica impresa?
Inizio col dire che una parte di me è ancora nella grande bellezza della città di Napoli; i ricordi sono fissati e aggrappati là, nello stadio San Paolo, dove sentivo la vicinanza e l’affetto dei tifosi. Sono appena tornato dalla città e nei miei giorni scorsi ho respirato la stessa aria di allora, lo stesso entusiasmo, l'affetto e tanta voglia di festeggiare qualcosa di grande e straordinario. Posso immaginare le emozioni che tuttora vivono i calciatori con il coinvolgimento della gente.

Cosa ricorda in particolare di quei giorni del primo scudetto della storia del Napoli?
Due cose ricordo di quella giornata storica: la prima è l’entrata in campo al San Paolo dove ho provato una grandissima sensazione, quella dell’abbraccio di tutta la città. Lo stadio era completamente pieno di bandiere azzurre, un colpo d’occhio straordinario ed una sensazione che non ho mai più provato. La seconda è il tempo che ci abbiamo impiegato per raggiungere la stadio dal nostro ritiro di Soccavo. Eravamo sul pullman, ma era come se fossimo letteralmente trasportati dall'anima di una folla enorme.

Lei ha giocato con Maradona, ci racconta qualche aneddoto?
Ho avuto il piacere di condividere le grandi prodezze di Diego. Era un compagno straordinario, un leader carismatico unico, era il primo a difendere i compagni, a sacrificarsi e a dare l’esempio. Con lui si diventava forti e si faceva gruppo, non sbagliavi mai perché aveva il dono di darti sempre sicurezza. Maradona è stato un fenomeno ed è ancora venerato dai tifosi proprio per quanto ha fatto. Ancora oggi quando incontro i giovani non mi chiedono altro che di parlare di Diego Armando. Personalmente ho avuto tre grandi fortune sportive nella mia vita: giocare a Napoli, giocare con Maradona e vincere il campionato il 10 maggio 1987.

Cosa l’ha colpita di più in quella stagione con il Napoli?
La forza di volontà, il gruppo, i calciatori, tutto l’ambiente che è stato magnifico e permettetemi di fare un grande complimento a mister Spalletti, che è stato esemplare, mettendo i giocatori al posto giusto e dando alla squadra la giusta motivazione psicologica per non essere travolta dalla pressione esterna. Questo è un grande merito per un allenatore, perché non è affatto scontato.  

Claudio Ferretti


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