"Inamuras e spusass ai temp di nost vecc”: sesta puntata.
Insieme ad Antonio Borgato e Lidia Munaretti continua il viaggio della Famiglia Bosina alla scoperta degli usi e costumi dei nostri avi riguardanti il matrimonio.
Se nell’ultimo appuntamento si era parlato della ripartizione delle spese tra sposo e sposa, oggi arriviamo al tempo che precede il fatidico sì, per la precisione al momento dell’ufficializzazione delle pubblicazioni (fas dì in gesa): sposo e sposa si presentano davanti al prete, lei agghindata con "ra gòta” e i “pendent”, regalati dallo sposo. Sbrigata la pratica, ecco il giro degli amici, a consegnare i confetti, accompagnati dalla mamma della sposa.
Da qui in poi il fidanzato può andare ogni sera a casa della futura sposa, ma mai da solo: con lui sempre un intermediario. Per pudore? No: la presenza di quest’ultimo serviva a distrarre la famiglia della sposa, in modo da regalare un po’ di intimità ai due fidanzati.
Otto giorni prima del matrimonio ecco il pranzo dei confetti (past di bìnis), con i parenti degli sposi, ma non tutti: le donne della famiglia dello sposo veniva escluse. E qual era il menù? Risotto, frittura mista, pollo arrosto, stufato, pane bianco e vino rosso.
Queste e altre curiosità in una nuova puntata de “La famiglia Bosina racconta…”