«Le persone e le istituzioni hanno memoria. Come gli edifici. Palazzo Pirelli "vive" ancora oggi il dramma di quella tragedia. E il luogo in cui si percepiscono le sensazioni di quel 18 aprile del 2002 è il 26° piano. Oggi in questo spazio facciamo un "esercizio di memoria"»
Così il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani ha aperto la cerimonia di commemorazione dello schianto dell’aereo contro il Grattacielo Pirelli che si si è svolta oggi pomeriggio al Piano della Memoria.
Il 18 aprile 2002 alle ore 17.50 un piccolo aereo da turismo colpì Palazzo Pirelli all’altezza del 26° piano. Nello schianto morirono tre persone: il pilota del piper, Luigi Fasulo, 67 anni, e due avvocatesse dipendenti dell’ufficio legislativo della Giunta lombarda, Annamaria Rapetti, 40 anni, originaria di Lodi e monzese di adozione e la milanese Alessandra Santonocito, 39 anni. Oltre alle tre vittime, l’incidente provocò una settantina di feriti.
«La tragedia – ha proseguito il Presidente Romani - ha avuto e ha un significato comune per tutti noi che lavoriamo per Regione Lombardia e per il Consiglio regionale. Quel tragico incidente fu il banco di prova che dimostrò quanto fosse profondo il senso di responsabilità e di appartenenza dei dipendenti all’istituzione e quanto fosse radicato il legame tra l’Ente e i cittadini lombardi che si strinsero intorno alla ‘loro’ Regione. Regione Lombardia reagì in modo immediato al fortissimo trauma, che molti individualmente si sono trascinati per anni. Al coraggio e alla disponibilità dei dipendenti ha fatto seguito la volontà di riscatto. La ristrutturazione e il restauro del Palazzo furono un esempio della capacità di reagire e della forza di ricostruire. Secondo lo spirito del DNA dei lombardi, da sempre abituati a tirarsi su le maniche di fronte a una tragedia e lavorare insieme per ripartite. Perché Regione Lombardia e la Lombardia sono un’unica grande comunità di donne e uomini coraggiosi».
La tragedia del Pirellone si verificò pochi mesi dopo l’attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York e la strage di Linate. L’Assemblea regionale per i tre anni successivi si riunì in una tensostruttura realizzata ad hoc su un’area in va Melchiorre Gioia. Fu allora che nacque l’idea di accorpare tutti gli uffici della Giunta in un unico edifico – l’attuale Palazzo Lombardia - e di dedicare Palazzo Pirelli, opportunamente restaurato e ammodernato nelle sue dotazioni tecnologiche, a sede esclusiva del Consiglio regionale e dei gruppi consiliari.
Alla cerimonia è intervenuto anche il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e il Consigliere Segretario dell’Ordine degli Avvocati Marco Accolla. Hanno, inoltre, partecipato il fratello di Anna Maria Rapetti Giovanni e il figlio Francesco, e la collega dell’Avvocatura Piera Pujatti che ha ricordato Annamaria Rapetti e Alessandra Santonocito. Erano, infine, presenti numerosi Consiglieri e Assessori regionali.
«Quel tragico giorno – ha detto Fontana – ero presidente del Consiglio regionale che non aveva sede a Palazzo Pirelli, ma poco lontano. Ho vissuto tutti gli eventi in presa diretta. Ritengo fondamentale ricordare le nostre due amiche, colleghe e avvocatesse e chi, all'epoca, subì una ferita o comunque ebbe dei danni fisici gravi. E ricordarli tutti insieme vuol dire rinnovare la presenza di queste persone. Se oggi siete così tanti vuol dire che queste persone sono nel cuore di tutti. Chi lavora in questa istituzione, la vive come qualcosa di più di un semplice lavoro con un senso di appartenenza che ci spinge a ricordare chi ha perso la vita in un modo così tragico e anche a dimostrarlo con la propria presenza e partecipazione».
Anche il governatore ha ricordato come fosse ancora negli occhi di tutti l’attentato alle torri gemelle dell’11 settembre 2001.
«Nell'immediatezza del fatto – ha raccontato - sembrava si potesse ripetere un qualcosa di simile perché un piccolo aereo continuava a girare intorno al Palazzo. Fortunatamente poi le cose sono andate in modo diverso».
Da allora, la Giunta, in collaborazione con il Consiglio, ha deciso di istituito due borse di studio per rendere ancora più diretto e concreto il ricordo delle due avvocatesse.
«Voglio ringraziare i parenti che sono sempre presenti – ha concluso Fontana - e dimostrano la loro vicinanza anche alla nostra istituzione e un saluto particolare a Francesco, figlio di Annamaria che, in questi anni, abbiamo visto crescere e diventare un bravo ingegnere».