Presentazione in grande stile per la Prison Beer, progetto targato La Valle di Ezechiele, la cooperativa ideata dal cappellano della casa circondariale di Busto Arsizio, don David Maria Riboldi, per dare una seconda possibilità a detenuti ed ex detenuti.
Il nuovo marchio brassicolo, nato in collaborazione con il birrificio di Venegono Inferiore The Wall, dove lavora un dipendente della cooperativa, e Lorenzo “Kuaska” Dabove, grande esperto di birra artigianale, ha fatto il suo debutto domenica pomeriggio alla Spazio Festival del Baff in piazza San Giovanni.
L’incursione del cast di Mare Fuori
“Red carpet” di ospiti e autorità. Erano infatti presenti don Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus, che poco prima aveva celebrato la messa della Divina Misericordia nel capannone della cooperativa La Valle di Ezechiele, a Fagnano Olona; il prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, il sindaco di Busto Emanuele Antonelli, l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni, il capitano dei Carabinieri di Busto Annamaria Putortì.
C’erano anche Stefano Binda, presidente del ramo associativo della Valle di Ezechiele, e il nuovo garante dei detenuti del carcere di via per Cassano, Pietro Roncari.
Spazio anche per una rapida incursione di alcuni attori della serie Mare Fuori. Giusto il tempo dell’assalto dei fan a caccia di selfie, un breve assaggio del red carpet e della seconda serata del Baff in programma poco più tardi a Cinelandia.
Domani vertice in Prefettura su carcere e lavoro
In tanti allo Spazio Festival hanno potuto assaggiare la birra “Antonio”, che prende il nome dal primo lavoratore della Valle di Ezechiele. «Per ogni persona che esce dal carcere, realizzeremo una birra che ne porterà il nome – ha spiegato don Riboldi –. Questa birra deve avere il sapore della libertà».
«Questa iniziativa è importante – ha sottolineato don Mazzi – perché è importante tirare fuori dal carcere le persone attraverso il lavoro. Spero che questa sia solo la partenza per una serie di iniziative».
«La Valle di Ezechiele aiuta le persone a rimettersi in vita – ha detto il sindaco Antonelli, ringraziando i promotori del progetto –. È un percorso non facile che va accompagnato».
Dall’assessore Paola Reguzzoni è arrivato un appello alle imprese di Busto: «Non si possono far bagnare il naso dagli altri territori. Da domani mattina, gli imprenditori che volessero aderire al progetto per trovare un lavoro ai detenuti del carcere, chiamino i servizi sociali in via Roma».
D’altra parte, il tema del lavoro è fondamentale. Secondo i dati di una ricerca del Cnel riferito dal prefetto Pasquariello, se il detenuto lavora la recidiva crolla dal 70 al 2 per cento. «La Costituzione ci dice che il carcere deve tendere alla rieducazione del condannato – ha ricordato il prefetto –. E abbiamo un principio umanitario che viene dalla nostra tradizione giudaico-cristiana, secondo la quale ognuno deve essere aiutato a tornare nella società a pieno titolo».
Domani in Prefettura si terrà una riunione per organizzare un convegno in programma a maggio alla Camera di Commercio che metterà insieme il mondo dell’impresa, le organizzazioni sindacali, le istituzioni, i parlamentari e i consiglieri regionali del territorio.
Nel video, gli interventi di don Mazzi, del sindaco Antonelli, dell’assessore Reguzzoni e del prefetto Pasquariello