Torna l'appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda.
Grazie al sommo Fausto Bonoldi scopriamo questo sabato che i Giardini Estensi della Varese di oggi appaiono ben altra cosa rispetto a quelli del tempo, in alcuni casi addirittura "lugubri" come nella foto d'apertura.
La Varese del passato remoto ci appare nella maggior parte dei casi più attraente della città in cui viviamo. Un’eccezione alla regola è quella che risalta dal confronto tra due vedute dei Giardini Estensi, tra la foto in bianco e nero di quasi un secolo fa e l’immagine a colori del nostro tempo.
Vero è che quando fu scattata la prima fotografia il giardino progettato dall’ingegnere camerale di Milano Giuseppe Antonio Bianchi per il duca Francesco III era ancora separato dal parco di Villa Mirabello (acquisito al patrimonio comunale nel 1949), come si deduce dall’alta e lugubre siepe confinaria e il colle non era ancora ornato dalla pineta ma a prescindere da ciò è il complesso delle aiuole e della vegetazione che sembra piuttosto trascurato.
Onestamente mi sembra che oggi siamo più attenti alla cura di questa porzione non trascurabile del patrimonio verde cittadino. Con un’eccezione: la statua dell’Italia Libera che un tempo dominava con la spada sguainata la platea dei giardini continua a languire, decapitata e mutilata delle braccia, nel deposito del fu Macello Civico di Belforte.
Fausto Bonoldi da "La Varese Nascosta"