La magnolia di via Sacco. Un simbolo, un segnale, un monumento naturale, la pianta sopravvissuta alla grandeur della Varese “piccola Versailles di Milano”, e ormai quasi una persona, tanto la si nomina in modo quasi proverbiale.
«È fiorita la magnolia di via Sacco», «Sei passato a vedere la magnolia? Uno spettacolo, ha ancora più fiori dell’anno scorso», «Guarda, non puoi sbagliare, è proprio lì vicino alla magnolia di via Sacco», è il refrain che si ascolta spesso in primavera, quando la meraviglia dispensa le sue chiome fiorite all’inverosimile, puntuale come una volta gli svizzeri, nonostante il cambiamento climatico, la siccità perdurante, l’inverno che non è più tale, la bella stagione in anticipo di un mese, i tagli sconsiderati degli alberi in città.
Lei resiste, è unica e amata, sebbene esistano altre magnolie monumentali, come quella nel giardino che fu dello scultore Vittorio Tavernari in via Dandolo, oppure quella alle “due strade”, poco prima dell’incrocio Borri-Gasparotto. Spettacolari, certo, ma senza quel mix di storia e affetto che lega i varesini alla fioritura più attesa dell’anno, quasi una rassicurazione che, dopo tutto, il mondo va ancora avanti, con i suoi cicli più o meno sballati ma ancora in qualche modo presenti.
Una maga Circe dagli occhi bianchi e rosa, che però non tutti ammalia, perché ai suoi piedi, al rosso del semaforo tra via Sacco e via Verdi, nell’attesa che scatti il verde la maggior parte degli automobilisti non guarda a destra ma fisso sul cellulare, infischiandosene di tanta bellezza esibita. Un tempo il proprietario della magnifica villa Bonetti Baroggi apriva i cancelli e permetteva agli alunni della scuola “Felicita Morandi” di visitare il grande parco, per raccontare ai bambini la bellezza e la forza della natura, che ogni anno ripete il suo miracolo.
«La pianta di via Sacco è una “Magnolia persolangeanea”, un ibrido tra una “Magnolia lilliflora” e una “denudata”, creato dai giardinieri di Versailles nel 1823. Quella di Varese è stata piantata presumibilmente nei primi anni del ‘900 e gode di buona salute, ha soltanto qualche piccolo acciacco, come tutti i vecchietti», spiega l’agronomo Daniele Zanzi, che conosce vita e miracoli di ogni albero cittadino.
Assieme alla pioggia portata dal Luna Park, la fioritura della magnolia è uno dei punti fermi della vita varesina, qualcosa che ci rende fratelli senza conoscerci, perché tutti, bene o male, abbiamo nominato i due eventi e, per fortuna, continuiamo a farlo allo sbocciare di ogni primavera.