Oggi pomeriggio, il Museo del Tessile di Busto Arsizio si è riempito di allegria e colore.
A conclusione del progetto MOAI PAURA, realizzato dai ragazzi dell'Istituto Tecnico Enrico Tosi e MAI PAURA onlus, circa 100 ragazzi disabili (e non) hanno trascorso un paio d'ore dando sfogo alla propria fantasia e decorando due sculture di cioccolato fondente a testa.
Accanto a loto, amici, parenti e i volontari della onlus, oltre d alcuni membri dello staff della Pasticceria Chiara di Olgiate Olona, a cui si deve la creazione dei Moai.
Collaborare per sentirsi parte di un gruppo
«Il nostro compito - ha raccontato Paola, consigliera di MOAI Paura ODV - è quello di puntare all'inclusività, cerchiamo di passare momenti sereni insieme ai ragazzi. MOAI Paura è un'idea di Fabio Longhin, insieme agli artisti UrbanSolid e all'ITE Tosi, nasce questa collaborazione che porta al risultato che abbiamo visto oggi, una vera e propria Isola di Pasqua bustocca fatta di MOAI di cioccolato verranno decorati con spray edibili e cioccolato colorato da tutti i ragazzi anche non dell'Associazione».
Il coloratissimo risultato di un paio d'ore di divertimento è stata la realizzazione di due MOAI, «uno più grande, che i ragazzi si porteranno a casa, oltre a una foto ricordo; l'altro, più piccolo, verrà inserito in un packaging realizzato come parte grafica del progetto, per essere messi a disposizione di MAI Paura ODV, con una donazione da parte chi vorrà sostenerci. Inoltre, sarà anche l'uovo di Pasqua proposto dalla pasticceria di Fabio Longhin, dentro a ognuno c'è un gadget dell'associazione».
200 MOAI, quindi, che hanno riempito la sala del Museo che ha ospitato l'evento di un intenso, avvolgente profumo di pregiato cioccolato e che, prima di essere decorati, sembravano pezzi di un'immensa scacchiera disposti in ordine, pronti per una nuova partita.
Una scultura di cioccolato... da colorare
«L'opera originaria, fatta dagli Urbansolid, è alta oltre 3 metri, sta a Brera. Quando l'ho vista, li ho incontrati e ho chiesto cosa avremmo potuto farne, con la loro scultura lanciano un messaggio forte. Ho macinato un po' di idee, MAI Paura raggruppa altre associazioni di ragazzi disabili e non e io come pasticceria mi ero già interessato di temi come il sociale».
Da qui è partita l'entusiasta attività di Fabio Longhin, che ha subito coinvolto l'Istituto Tecnico Enrico Tosi di Busto, «all'inizio ci hanno dato 25 ragazzi, oggi ne abbiamo qui circa 50, ogni mercoledì da gennaio hanno lavorato a questo progetto come volontari, hanno portato a compimento l'evento. Alla prima riunione, nessuno è salito sul palco, abbiamo fatto un grande cerchio perché siamo tutti parte di questo ingranaggio, è una connessione tra alcune abilità». Anche la base su cui poggiano le sculture è stata realizzata nel rispetto della inclusività: è composta, infatti, dal cioccolato e dalla farina evolutiva del campo "adottato" da Fabio, un prodotto che deriva dall'integrazione di più semi di grano.
Un messaggio sociale
«Sicuramente è stato un progetto super interessante, qui abbiamo portato la scultura in scala ridotta. Con Fabio siamo amici, un giorno è venuto a trovarci, si è innamorato del MOAI e da lì è partito tutto, sono stati coinvolti l'Istituto Tosi e MAI Paura, questa è stata la giornata più importante perché i ragazzi hanno vandalizzato le loro sculture di cioccolato esattamente come noi abbiamo fatto con quella di resina. Il concetto è che, come gli abitanti dell'Isola di Pasqua hanno creato questi MOAI e si sono estinti, noi lo stiamo facendo a modo nostro, sul nostro pianeta, non stiamo capendo la lezione» sono state le parole le parole di un emozionato Gabriele Castellani, in arte Urbansolid. «Sono stupito, è un lato dell'arte che mi colpisce sempre, da un'idea siamo riusciti a coinvolgere un sacco di persone, la nostra scultura non era nata per questo fine, ma ora che lo è diventata siamo ancora più contenti!».
Anche i ragazzi dell'Istituto Tosi sono rimasti soddisfatti tanto dell'evento, quanto del progetto nella sua interezza, «durante i vari incontri, si è creata una bella atmosfera, abbiamo collaborato con tante persone nuove, abbiamo fatto nuove amicizie, parlato con compagni di scuola con cui altrimenti non avremmo parlato. Il progetto è stato importante, impegnativo, ma aiutare persone di solito escluse come i disabili è un'esperienza che non tutti riescono a vivere» e che di certo tutti loro ripeterebbero.
Così, alle 15 è iniziato ufficialmente quello che Paola ha definito ridendo il Colour Party: tutti i ragazzi, disposti ai vari tavoli, hanno decorato i MOAI, l'aria ricca di polvere colorata, di risate, di orgoglio e di soddisfazione nell'aver realizzato, insieme, questo importante progetto.
Perché la creatività e la fantasia hanno un potere unico: ci rendono tutti uguali.
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