La plastica è considerata uno dei materiali più problematici quando si parla di residui dispersi nell’ambiente. Questo perché le plastiche classiche, quelle disponibili da molti decenni, non solo vengono richiedono centinaia di anni per essere disgregate dagli agenti atmosferici, ma sono anche prodotte a partire dal petrolio, quindi da fonti fossili. Negli ultimi anni, però, si parla sempre più spesso di plastiche ecosostenibili. Cerchiamo di capire di cosa si tratta.
La plastica può essere ecologica?
Potrebbe stupire molti, ma la plastica può essere ecologica. Oggi varie aziende propongono packaging biodegradabile, che non solo può essere disgregato da microorganismi e batteri, ma che viene anche ottenuto da fonti rinnovabili. Queste sono in alcuni casi degli scarti di lavorazione dell’industria, come ad esempio il siero ottenuto dopo la produzione dei formaggi, o la cellulosa che si può ottenere dopo aver lavorato il legno o prodotto la carta. Varie aziende sono da decenni impegnate in questo settore e ormai da tempo si possono trovare in commercio prodotti in plastica, per il packaging ma non solo, che sono perfettamente ecosostenibili. È bene però chiarire che non tutte le plastiche di questo genere possono essere smaltite insieme ai resti organici.
Lo smaltimento delle plastiche ecosostenibili
Alcune tra le materie plastiche ecosostenibili possono essere rapidamente distrutte da alcuni microrganismi e batteri, come avviene negli impianti di compostaggio per i rifiuti organici urbani. Spesso però questi nuovi materiali necessitano di un compostaggio che offra la possibilità di garantire una temperatura abbastanza elevata e umidità costante. Queste sono, infatti, le condizioni di vita dei principali microrganismi che riescono a disgregare queste plastiche; se questi non proliferano è chiaro che una buona parte delle plastiche sostenibili non viene disgregata e rimane nel compost risultante dalle stazioni di riciclo dei rifiuti organici.
La plastica sostenibile
Fino ad ora abbiamo parlato di materiali ecosostenibili, che sono prodotti da fonti rinnovabili e che si possono disgregare una volta gettati nei rifiuti urbani, opportunamente suddivisi dagli altri resti. Tuttavia anche la plastica tradizionale, come ad esempio il PET, può diventare sostenibile. Nel senso che è possibile riciclarla per vari cicli, impiegando una quantità di energia relativamente bassa e ottenendo materia prima di qualità, perfetta per la produzione di flaconi e confezioni di vario genere. È però importante riuscire a suddividere correttamente le diverse materie plastiche che oggi si usano nell’industria. Purtroppo oggi una buona percentuale della plastica prodotta, anche di quella riciclata, viene usata per dare forma a oggetti monouso. Questi hanno una vita eccessivamente breve, che spesso non riesce a motivare il dispendio energetico per il riciclo e per la loro produzione.
Non solo packaging
Le problematiche appena esposte portano all’urgenza di diffondere sempre di più l’uso di materiali alternativi alla plastica tradizionale, sia per la produzione di oggetti monouso, ma non solo. Con le plastiche ecosostenibili è infatti possibile oggi produrre packaging alimentare, confezioni monouso, pellicole di vario tipo, ma anche oggetti quali stoviglie, mobili e molto altro. Si tratta quindi di una proposta che risponde a varie richieste da parte dei consumatori, sempre più attenti a quanto inquinamento producono ogni giorno.