È una storia quasi romanzesca quella che riguarda i mobili della camera da letto del tenore Francesco Tamagno, finiti dalla villa Del Pero a Giubiano in un palazzo nobiliare di Craveggia, in Val Vigezzo, dopo che la figlia Margherita vendette la dimora varesina e gli arredi. La camera da letto dove il creatore del ruolo di “Otello” morì, il 31 agosto 1905, è composta dal monumentale letto, da due comodini, un armadio, uno scrittoio e una petineuse, e al momento è ancora custodita dagli eredi di chi l’acquistò agli inizi del ‘900 e la difese dalla volontà dei parenti di venderla a un collezionista americano.
Ora il palazzo di Craveggia è stato messo in vendita così come i mobili del tenore piemontese, che legò parte della sua vita alla nostra città, e a chi scrive è arrivata la segnalazione da parte di Sergio Faustini e del professor Gianfilippo Ruspini, varesini che hanno una casa di villeggiatura a Craveggia e sono venuti a conoscenza dell’esistenza dei cimeli di Tamagno.
Il Comune di Varese, contattato per l’eventuale acquisto della camera da letto per disporla poi in un contesto museale, magari con un allestimento ad hoc dedicato alla figura del celebre cantante - a Villa Mirabello è stata di recente restaurata la sua collezione di lepidotteri - ha declinato la proposta adducendo motivi economici e di spazio.
«Sarebbe quasi un atto dovuto riportare a Varese una parte dell’arredo di Villa Tamagno, il costo della camera da letto è di circa 5mila euro trattabili, non una cifra importante, così stiamo cercando un mecenate o una fondazione che finanzi l’operazione, poi cercheremo un’adeguata sistemazione per i mobili. Se nessuno si farà avanti, contatteremo il comune di Torino, città natale del tenore e luogo dove è sepolto, sperando in una maggiore attenzione», ribadisce il giornalista varesino Claudio Piovanelli, anche lui interessato alla cosa.
Intanto alcuni esponenti del mondo culturale varesino e varesotto, tra cui il musicologo Fabio Sartorelli e gli editori di GaEle, hanno appoggiato l’idea descritta in questo articolo.
«Una volta trovato il finanziatore, potremmo portare la camera da letto a Cuvio, dove c’è la sede della nostra casa editrice», spiegano Elena Danelli e Gaetano Blaiotta, «però sarebbe un’ennesima sconfitta per la città se questi cimeli non trovassero posto a Varese, sede ideale per ciò che Tamagno rappresentò anche come organizzatore di concerti benefici al Teatro Sociale».
Tutti noi, cultori della figura del grande tenore e della storia di Varese, ci auguriamo dunque che qualcuno si faccia avanti, per sovvenzionare l’acquisto e restituire a una città da tempo smemorata, un pezzetto della sua storia.