Chi segue con trepidazione su Facebook gli straordinari - e a volte incredibili - post della Vecchia Varese, gruppo di appassionati di documenti storici di città e provincia e non solo, vede molto spesso le inserzioni di Fausto Brianza, uno dei maggiori collezionisti di memorabilia varesine, capace di stupire con cartoline rarissime e latte ancor più introvabili, frutto della capillare ricerca di decenni.
Nato a Varese nel 1958, Brianza è stato un professionista nel settore del progetto e della realizzazione di bar e pasticcerie, ma il tarlo del collezionismo lo ha sempre divorato, e durante il nostro incontro davanti a un cappuccino e a una pasta dell’amico Marco Maculan, ci ha mostrato alcune cartoline pazzesche, mai viste o quasi da altri occhi umani, addirittura esemplari unici.
«A 12 anni ho incominciato ad acquistare libri su Varese e a 15 collezionavo fossili, una passione scemata con il tempo. Mi è sempre piaciuta la grafica art nouveau e déco, così, strada facendo, ho messo assieme varie raccolte, tra cui spiccano quella di antiche latte pubblicitarie di marche di cioccolato, italiane e straniere e quella di targhe pubblicitarie, molte varesine, di ditte famose come Poretti, Mera & Longhi, Orco», spiega Fausto, che ha riempito casa e due garage di materiale da collezione.
Pazzo per le cartoline fino a qualche tempo fa, Brianza negli anni ’70 contribuì a fondare, con l’ingegnere Franco Massara e il medico masnaghese Andrea Pirola, il Circolo culturale cartofilo prealpino.
«Eravamo un bel gruppo di appassionati, oltre 50 soci, alcuni dei quali arrivavano anche da Milano. Io e Pirola partivamo da Varese alle 4 del mattino per raggiungere i convegni di venditori di cartoline. La mecca era Verona, però ci recavamo spesso a Milano, Piacenza e Genova, buone piazze dove si trovava ancora molto, però occorreva essere pronti a sborsare anche cifre significative. Arrivavamo prima di tutti e acquistavamo i pezzi migliori, contrattandoli con i venditori al “déballage”, alle prime luci dell’alba. Con il Circolo organizzammo, fino al 2010, belle mostre di cartoline storiche a Masnago, al Palace Hotel, ma anche a Induno e a Velate, con raccolte fondi da destinare in beneficienza. Facevamo gli ingrandimenti dei pezzi più rari e li montavamo su cartoncino e poi su pannelli per l’esposizione», spiega il collezionista varesino, che in gioventù ma nemmeno tanto ha praticato canottaggio, ginnastica artistica, allievo di Martino Ghezzi, e speleologia, calandosi per 25 anni nelle grotte del Campo dei Fiori con il Gruppo speleologico del Cai di Varese.
La grande collezione di 2.800 cartoline di Varese e provincia è stata venduta tempo fa, ma Fausto Brianza ne ha tenute per sé circa 200.
«Sono i pezzi migliori, o comunque quelli ai quali sono più affezionato. Come il pezzo unico, mai visto da nessuno (l’anteprima è per i lettori di Varesenoi, ndr.) dei domatori di orsi a Varese, la “lillipuziana” di estrema rarità, la cartolina firmata da Giuseppe Montanari relativa a un concorso di ginnastica del ventennio, quella pubblicitaria del Kursaal di Varese che segnala come tutti i giorni nel teatro interno ci fosse un concerto, o l’altra a colori dell’Albergo Magenta», dice con orgoglio quasi paterno.
«Le collezioni seguono l’andamento della vita, così a un certo punto mi sono trovato a cercare latte pubblicitarie che riguardassero le ditte produttrici di cioccolato per conto di Denis Buosi, un grande collezionista del settore. A un certo punto mi sono detto: perché non iniziare io stesso una raccolta? Da 15 anni le colleziono, tra scatole e targhe pubblicitarie ne possiedo circa 500, di tutta Europa, e ogni tanto ne posto qualcuna su Vecchia Varese, come quella rarissima di Mera & Longhi, la prima scatola di latta litografata, fatta realizzare allo Scatolificio Lecchese di Lecco, quando, nel 1920, si formò appunto la Società Mera & Longhi. La ditta fondata nel 1896 da Pietro Mera in via San Martino come biscottificio, passò subito dopo alla produzione di caramelle fatte a mano. L’ingresso del signor Longhi e lo spostamento della fabbrica in via Maspero, completarono il nome della storica azienda varesina, aumentandone i fatturati e l’espansione di vendite in tutt’Italia».
Tra i pezzi pregiati di Fausto spiccano un segnapunti per il gioco delle bocce siglato Poretti e una targa di Helvetia Orco, ditta ancora fiorente che produce senape e maionese. Ma alla passione non c’è freno né fine, così Brianza colleziona anche antiche stampe di Varese e circondario: «Nel libro voluto dall’Università dell’Insubria e curato da Sergio Trippini, compaiono ben 12 mie stampe, alcune della quali, riguardanti il Sacro Monte, rarissime. Poi amo i vecchi almanacchi, ne ho uno del 1845 della città di Varese, praticamente introvabile».
Brianza è anche uno dei fondatori di Vecchia Varese, un gruppo Facebook privato creato da Fernando Cova, che ne è l’amministratore con la sorella Rosella, attualmente composto da ben 4.787 iscritti, con al suo interno esperti come Guido Vanoli e lo stesso Fausto. «Prima postavo su “Varese nascosta”, ero amico del povero Andrea Badoglio, poi l’amico Cova mi contattò illustrandomi l’idea di creare un nuovo gruppo di appassionati. Mi piacque il progetto, anche perché all’inizio eravamo pochi, e ognuno postava spesso cose interessanti. Oggi siamo tantissimi e a postare sono però quasi sempre gli stessi, è quasi un lavoro, io sono arrivato al post numero 2.649!». E molti ancora ne verranno, ci sono due garage pieni di scatoloni, e divorante è la curiosità di vedere cosa Brianza tirerà fuori dal cilindro.