Quando entri nella sede, il tuo sguardo si posa su mille particolari: le attrezzature, gli spazi, la gente. Ma non su quella.
A quella ci devi arrivare. A quella ti deve portare Fabio, con gli occhi un po’ lucidi di consapevolezza e amore: «La vedete questa panca? - dice indicando una seduta di legno presente nell’area relax, tra macchinette del caffè, tavoli e una libreria - L’ha realizzata mio padre Angelo, che ha appena compiuto 90 anni. Lui mi ha aiutato a fare tutto, anche a mettere gli zoccolini qui e là».
Ora sì che sei arrivato allo Sporting: una famiglia diventata la famiglia di chi a Varese vuole divertirsi e rimanere in salute.
Quest’anno sono 40 anni per la palestra di via Correnti, un compleanno speciale, un traguardo che diventa occasione per guardare sia avanti che indietro: «Tutto è iniziato nel 1983 - racconta Fabio Sozzani, che di questa famiglia è l’indiscusso papà - Io ero semplicemente un appassionato di fitness che voleva un posto per fare karatè… La cosa, poi, mi è un po’ sfuggita di mano…».
Già… Da un paio di attrezzi per il sollevamento pesi e una zona per gli esercizi aerobici, Fabio ha costruito pezzo dopo pezzo una delle più consolidate realtà sportive della città, un luogo dove benessere e attività fisica vanno braccetto e le possibilità di allenare e curare corpo e mente sono infinite e aperte a tutti: «A poco a poco abbiamo aggiunto attrezzi e locali, come la sauna, la piscina e una sala di arti marziali, allargando anche il numero di collaboratori e iscritti. Ma soprattutto siamo diventati quello che ho sempre desiderato: una comunità».
C’è qualcosa di ancora più importante delle attrezzature dietro al successo, qualcosa che ha contribuito molto di più a rendere lo Sporting un punto di riferimento: le persone.
Tali sono in primis i clienti, i membri. «Senza la loro fedeltà nulla sarebbe stato possibile» dice Fabio, grato: molti sono qui dal primo giorno e tra tapis roulant ed ellittiche sono nati amicizie, amori, addirittura matrimoni. Il rapporto si è cementato sulla fiducia, senza la quale le sfide non si superano: «Chi ci frequenta ha capito la nostra solidità, sa che di noi ci si può fidare: siamo stati capaci di ripartire dalle lunghe chiusure imposte dal Covid, poi dalle restrizioni e dagli obblighi di distanziamento, tutte nuove prove che abbiamo vinto dimostrandoci agli occhi degli altri, magari scottati anche da diverse esperienze negative, come affidabili».
Affidabili e veri, cioè umani: «Sono orgoglioso quando una mamma mi lascia il figlio piccolo di 4 o 5 anni per le lezioni di arti marziali. Lo fa perché sa che ai bimbi e ai ragazzi qui non si insegna solo lo sport, ma anche l’ordine, la disciplina, l’educazione, la vita. Siamo un ambiente bello, sicuro, con dei valori».
E allora si arriva al secondo caposaldo: lo staff. Sozzani nel 1983 è partito con un socio, poi perso per strada, e con qualche collaboratore: oggi dà lavoro a una quarantina di addetti. Lungo il cammino ha trovato bracci destri, amici e angeli custodi, su tutte Laura Caccia, «la mia seconda anima», poi istruttori storici cui negli ultimi anni si sono aggiunti molti giovani: «Abbiamo costruito un team di persone che ama darsi agli altri: è la cosa più bella. Ai miei ragazzi chiedo il rispetto assoluto verso chi hanno davanti, l’empatia, l’educazione. E quando vedo che vengono apprezzati dai nostri membri per le loro qualità anche umane, beh… sono orgoglioso come un padre con i propri figli. Sapete cosa mi ha reso felice qualche giorno fa? - continua - Che uno dei nostri istruttori sia venuto in palestra anche fuori dall’orario di lavoro… Mi ha detto: “sono venuto per fare due chiacchiere, per leggermi un libro, per stare fra amici… Perché rimanere a casa?”. Davvero quindi siamo una famiglia…».
Il futuro e il presente. Il futuro sono altri traguardi da tagliare, altre frontiere da raggiungere per gli sportivi varesini di ogni età, alla stregua dell’avvio dei corsi di nuoto neonatale, una della maggiori novità recentemente introdotte. E poi un miglioramento ulteriore degli spazi, con la costruzione di una “instructor room” che servirà a rendere lo Sporting ancora di più una “casa” per chi ci lavora e per i suoi familiari.
Il presente è un compleanno da festeggiare, lungo un anno. Un anno di sorprese che a poco a poco verranno svelate.