Quella poltrona vuota pesava come un macigno. Ci sarebbe dovuto essere anche lui, l’architetto Alfredo Castiglioni (leggi QUI), a presentare ieri sera il suo libro scritto a quattro mani con Tito Olivato, ma non si è presentato in sala Monaco. La saletta era affollata alle 18: la biblioteca e l’amministrazione comunale di Busto avevano inserito nel cartellone delle presentazioni di libri anche quello sulla Cascina dei poveri, per la quale l’architetto si era da subito prodigato (leggi QUI).
Tra le tante doti ne spiccava una in particolare, la puntualità: negli incontri, negli appuntamenti, nell’organizzazione del lavoro. Quando ieri alle 17.50 il suo cellulare risultava irraggiungibile, ci siamo subito preoccupati. «Non è da lui», ci siamo detti col coautore Tito Olivato. «Alfredo è sempre puntualissimo. Deve essere successo qualcosa».
Dalla moglie, a sua volta in forte apprensione, apprendiamo che il marito in giornata era stato a Genova. Si scorrono le notizie per capire se ci fosse stato un incidente che avrebbe provocato code. In realtà ce n’è uno, il più terribile, quello sulla A26 a Casalbeltrame, successo nel primo pomeriggio. Ma subito si allontana l’ipotesi che quel tratto di strada sia stato percorso dall’architetto. Si pensa alla Serravalle, non alla A26. Ci si fa forza sul fatto che quell’incidente, che nessuno avrebbe voluto leggere, stesse creando ancora ingorghi e che l’architetto sia bloccato nel traffico con il cellulare scarico.
Ma la saletta si affolla ed è ora di incominciare l’incontro, nella speranza che quella poltrona possa essere occupata prima possibile. Nella presentazione l’assenza è importante: lui aveva preparato tutto nel dettaglio. Ogni riga era accompagnata da una diapositiva. Aveva pensato lui a tutto. Ci si giustifica con il pubblico dicendo che il nostro scrittore è imbottigliato nel traffico, ma la preoccupazione è fortissima.
Ma non si vuole lasciare trapelare nulla, non si vuole gettare nel panico il pubblico. S’inizia: si parla della cascina, della sua storia, ma quando ci si addentra nei particolari architettonici, la sua assenza si fa sempre più sentire: i relatori si dividono la parte, nella speranza che da quell’ingresso compaia la persona tanto attesa. Si sente ancora la porta cigolare, si spera sempre che tra i ritardatari ci sia Alfredo. La presentazione si conclude.
Si passa il microfono al pubblico, al fotografo, all’assessore e vicesindaco Manuela Maffioli. Poi, a casa, la triste scoperta. Increduli. Quel tratto stramaledetto in provincia di Novara della A26 gli è stato fatale: si pensa a un malore, a una perdita del controllo del veicolo che ha preso fuoco dopo lo schianto.