Commissione speciale Sanità, a Gallarate. Il sindaco, Andrea Cassani, all’apertura dei lavori, legge la lettera ricevuta da Giovanni Pavesi, direttore generale Welfare di Regione Lombardia. Atteso in città per affrontare i temi del futuro ospedale Busto/Gallarate e le prospettive del Sant’Antonio Abate, ma impossibilitato a presentarsi alla riunione di questa sera. Confermata, comunque, la disponibilità agli approfondimenti richiesti, verosimilmente nel mese di marzo, tenendo presente, ha ricordato il primo cittadino, l’incontro in programma «…tra qualche settimana con i vertici politici di Regione Lombardia». Ovvero con il governatore, confermato, Attilio Fontana e il titolare della delega al Welfare, attualmente affidata a Guido Bertolaso.
La riunione ha sostanzialmente confermato quanto emerso nella Commissione Pianificazione territoriale dello scorso 26 gennaio, dedicata alle osservazioni mosse al rapporto ambientale della Vas – Valutazione ambientale strategica. Osservazioni presentate dalla maggioranza e che trovano, in gran parte, il consenso delle opposizioni (ne hanno prodotte di proprie). Procedendo per punti: dubbi profondi sulla viabilità per e dal futuro ospedale a Beata Giuliana (il potenziamento di viale Milano pone problemi enormi considerato lo stato attuale, per esempio per la presenza di strutture di vendita medie e di grandi dimensioni), una previsione (legata al cosiddetto “Scenario tendenziale”) sul raggiungimento del nosocomio (si immagina, nel 2030, un minore ricorso al mezzo privato, dunque al 40% di accessi tramite Trasporto Pubblico Locale e mobilità dolce; sindaco e minoranze sono dubbiosi), una diminuzione (peraltro superiore al 40%) dei posti auto inizialmente previsti (da 2.680 a 1.102).
«Ogni scenario – ha fatto notare la dirigente comunale Marta Cundari – necessita di opere infrastrutturali definite “auspicabili”. Ma per l’Amministrazione comunale sono prioritarie e indifferibili, con fonti di finanziamento definite da Regione Lombardia».
Fra i (pochi) punti che distanziano maggioranza e opposizioni c’è via Filzi. «Il suo prolungamento – l'idea del sindaco – con sistemazione del ponte esistente sulla 336 e un piccolo raccordo con via Sicilia sarebbe utile». Giovanni Pignataro, Pd: «Nutro dei dubbi sul fatto che quella vietta, oggi cieca, sia sufficiente a portare benefici». Il consigliere ha ribadito le perplessità sulla scelta dell’area, per questioni di accessibilità, parcheggi («c’è un metanodotto che impedisce di realizzare quelli sotterranei») ed efficienza della struttura: «Dal 2015 si parla dei vantaggi garantiti da un monoblocco. Ma in questo caso il progetto è sorprendentemente quello di un ospedale diffuso per padiglioni, data la conformazione a C dell’area, intorno all’Ite Tosi che ha 2.200 alunni. Si auspica addirittura il trasferimento di questa scuola. Sostanzialmente si dice che quell’area non va bene».
Dissente il consigliere Michele Aspesi (Cassani sindaco): «Quello che vedo nel metaprogetto non è un ospedale “a padiglioni”. Semmai noto che è stata ridimensionata la superficie per posti letto, dunque per aree prettamente sanitarie. Ma credo che ripensare la struttura altrove porti a una ulteriore perdita di tempo su un problema sanitario che oggi vediamo tutti».
Per certi aspetti radicale l’intervento del commissario tecnico Pietro Zoia: «Vorrei che il padiglione Boito, a Gallarate, rimanesse come un museo per ricordare a tutti quello che abbiamo fatto. Sono contrario al nuovo ospedale: perché non dedicare quelli esistenti, uno agli acuti e l’altro ai cronici? Magari, per Gallarate, con nicchie di eccellenza, come l’oculistica. E poi occorre ragionare su Saronno. Che vada da una parte, Busto Arsizio e Gallarate da un’altra».
Così Cesare Coppe (Città è vita): «C’è un aspetto poco considerato, la fase di cantiere, fra un’opera importante come l’ospedale e l’intervento sulle strade. Il progetto è critico. E poi c’è la Cascina dei poveri, vincolata, e l’Ite Tosi. Tutti temi che sono venuti fuori via via, l’approccio progettuale è tutt’altro che serio. Lo studio sul traffico è stato condotto nei mesi di giugno/luglio, a plesso fermo o quasi, non si può escludere che lo scenario sia ancora peggiore di quello su cui discutiamo. Fatte le osservazioni, esamineremo le controdeduzioni».
In attesa dei prossimi passi, Cassani ha fatto riferimento al “peso” di Gallarate in Consiglio regionale: «Al prossimo giro potremo contare su Francesca Caruso e Giuseppe De Bernardi Martignoni. Oltre che su osservatori attenti come Samuele Astuti (Pd, presente in sala consiliare, Ndr) ed Emanuele Monti (Lega, presidente uscente della Commissione Sanità, Ndr)».