Anche quest’anno la più importante manifestazione artistica dello stivale è giunta a conclusione. Il festival di Sanremo 2023, infatti, più degli altri anni è stato oggetto di furiose polemiche da parte di alcuni rappresentanti del governo italiano. A causa di una serie innumerevole di controversie e provocazioni pare che la premier Giorgia Meloni abbia addirittura manifestato l’intenzione di voler cambiare i vertici RAI attualmente in carica.
Come lei, tantissimi altri deputati del partito di maggioranza hanno ritenuto poco opportune alcune scelte nella rappresentazione della kermesse. Questi hanno dato un giudizio negativo soprattutto sulla tendenza dei partecipanti a trasmettere messaggi politici durante un festival che dovrebbe essere per sua natura apolitico. Le affermazioni di tali deputati, come quelle della leader FdI Giorgia Meloni, suggeriscono quindi un importante interrogativo: in che modo il governo potrebbe influenzare o modificare la scena artistica del nostro paese?
Cambiare il cda della RAI
Come già accennato, le forze di governo non sembrano aver apprezzato l’organizzazione del festival dedicato alla musica italiana, dichiarando di voler prendere provvedimenti a riguardo. In particolare, un buon numero di deputati avrebbe richiesto a gran voce le dimissioni di Carlo Fuortes, cda RAI in carica.Il governo potrebbe richiedere direttamente a Fuortes di abbandonare la guida della RAI, ma è abbastanza probabile che si attenderà il prossimo Consiglio di amministrazione della società. Tra qualche settimana, infatti, si terrà un incontro per la presentazione del nuovo piano industriale.
Se il piano presentato non dovesse convincere i consiglieri, questi potranno scegliere di non approvarlo costringendo Fuortes alle dimissioni formali. Matteo Salvini, inoltre, ha fatto presente che anche la formula “canone rai in bolletta” potrebbe subire delle modifiche, dal momento che non sembrerebbe più accettabile finanziare questo tipo di manifestazioni con soldi pubblici. Non è improbabile, insomma, che il canone rai potrebbe nuovamente essere distaccato dalla bolletta della luce e questo porterebbe ad una vera e propria rivoluzione per quel che riguarda la scena artistica dell’Italia.
Maxi tassa sui giochi online
In occasione dei primi 100 giorni al governo di Giorgia Meloni, la leader ha anticipato alcune delle priorità che devono orientare i futuri interventi statali. Tra queste priorità emerge la volontà del governo di aumentare le tassazioni legate al gioco d’azzardo e, in particolare, ai giochi della lotteria italiana. Questa manovra non interesserebbe esclusivamente chi registra schedine fisiche del Lotto e del Superenalotto all’interno delle apposite ricevitorie, ma anche l’enorme quantità di cittadini che gioca al Lotto online attraverso i canali web della lottomatica italiana.
La Meloni avrebbe pensato, quindi, ad una maxi tassa che potrebbe aumentare le entrate statali e, soprattutto, che risolleverebbe le sorti della lottomatica italiana, già da tempo in serie difficoltà di mercato. Non sono state fornite linee guida né informazioni precise a riguardo, eppure questa manovra rientrerebbe nella grande rivoluzione fiscale che la leader di Fratelli d’Italia ha in mente per il 2023.
Fondi e investimenti sull’arte e la cultura
La manovra di bilancio presentata dal governo, la quale consta di ben 110 pagine, non lascia molto spazio alla cultura o al mondo dello spettacolo. Ben diverse, invece, sembravano le intenzioni di Giorgia Meloni durante il suo discorso di insediamento. In quell’occasione la leader aveva infatti manifestato la volontà di promuovere arte e cultura, considerando questi come elementi importantissimi per la crescita del paese.
Pare, inoltre, che tra le altre iniziative del governo per alleggerire i bilanci statali vi siano i tagli ai portafogli di alcuni ministeri importantissimi, tra cui proprio quello della Cultura.
Il budget di questo, infatti, nel 2023 dovrebbe vedersi ridotto di circa 63 milioni e mezzo. Tale operazione lascia evincere un certo disinteresse (almeno momentaneo) per la categoria degli artisti e degli addetti del mondo dello spettacolo, la quale invoca già da anni misure governative di sostegno concreto.
Non è ancora chiaro se il governo abbia dimenticato di intervenire a sostegno di un settore tanto importante o se, al momento, stia decidendo di dedicarsi a manovre per l’equilibrio economico del paese, ritenute prioritarie. Sta di fatto che trascurare il mondo dello spettacolo, dell’arte e della cultura potrebbe tradursi in un serio appiattimento delle nuove generazioni.
La scena artistica italiana
Cosa potrebbe accadere alla scena artistica, quindi, sotto la guida della nuova amministrazione politica italiana? Le premesse, sfortunatamente, non sembrano positive. Con i tagli alla cultura previsti dal bilancio e a causa del disinteresse dimostrato nei confronti dei lavoratori del settore, i prodotti artistici e culturali italiani potrebbero essere destinati ad un’ulteriore riduzione della qualità.
Come conseguenza diretta, molti potrebbero scegliere di rinunciare a prestare servizio per le società pubbliche, alimentando sempre di più le iniziative private. Ci si augura, tuttavia, che il governo possa presto dedicarsi con la dovuta cura alle esigenze manifestate dai settori artistici e culturali, dal momento che questi (così come ammesso dalla Meloni) svolgono un ruolo fondamentale per la crescita e per l’evoluzione del paese.