L’obiettivo dichiarato di Forza Italia era quello di eleggere un Consigliere regionale in provincia di Varese.
Venerdì scorso, durante l’evento conclusivo della campagna elettorale a Busto Arsizio, la senatrice Licia Ronzulli, referente regionale degli azzurri, aveva rassicurato candidati e militanti: sondaggi alla mano, il seggio a Varese sarebbe sicuramente scattato.
Così, invece, non sarà. Gli esponenti varesini del partito di Berlusconi restano a bocca asciutta, a partire da Pietro Zappamiglio, che da sindaco continuerà a dedicarsi alla sua comunità di Gorla Maggiore nonostante un tesoretto di tutto rispetto: 2.706 preferenze. Staccati, ma sopra quota mille, Domenico Esposito e (1.305) e Simone Longhini (1.241).
«È stato un soffio, ci siamo andati molto vicini e ce lo saremmo meritato – allarga le braccia il commissario provinciale facente funzioni Giuseppe Taldone –. Abbiamo ottenuto un numero importante di preferenze, ci siamo dati molto da fare. Sicuramente la lista Fontana, col nome del presidente che è stato molto trainante, ha ottenuto quel quarto seggio che poteva essere nostro. Molti hanno messo la croce sulla lista col nome di Fontana (9.43 per cento contro il 6,35 dei forzisti, ndr). Senza assolutamente nulla togliere a chi ha partecipato alla competizione».
Per alcune ore c’è stata la sensazione – alla fine rivelatasi un’illusione – di poter raggiungere l’obiettivo. «Al netto di tutto, direi che quello che potevamo fare l’abbiamo fatto – osserva Taldone –. Sebbene fosse difficile, ci speravamo. La nostra era una bella squadra, capace di ottenere diverse preferenze, da Zappamiglio a Esposito a Longhini, ma anche gli altri con svariate centinaia di voti. Abbiamo dato il massimo e fino a tarda notte siamo stati lì lì per farcela. Inevitabilmente un po’ di rammarico rimane».