A spoglio ancora in corso, Gigi Farioli, candidato al Consiglio regionale con il Terzo polo, si sofferma su «due grandi dati che per me, amante della politica e della democrazia liberale, sono particolarmente significativi e in negativo».
Innanzitutto, osserva l’ex sindaco di Busto Arsizio, «si nota che il 60 per cento degli aventi diritto ha ritenuto di non voler esprimere il proprio voto. Se vogliamo, è lo stesso share del festival di Sanremo. Non è mai un bene ed è per certi versi il suggello del fallimento della liberaldemocrazia su cui tutti coloro che amano davvero la politica e non solo il potere devono interrogarsi».
Il secondo elemento è che «la forza propulsiva di quello che ritengo essere indispensabile – oggi, di fronte a questi dati, ancor più di ieri – cioè l’esistenza e la nascita di un vero polo liberale, popolare, cristiano e riformista alternativo a delle alleanze che continuano a presentarsi come il rosso e il nero e che continuano a essere percepite come le vere alternative nel momento elettorale senza che siano in grado di potersi proporre come forza di governo credibile, necessita di proseguire».
Ci sarà tempo per affinare i giudizi, ma per Farioli «l’alleanza con Moratti non ha aggiunto né tolto nulla ad Azione-Italia Viva e la sua lista civica è andata a pescare nello stesso bacino, senza che il Terzo polo abbia avuto la capacità di convincere i non votanti che purtroppo sono aumentati né i riformisti di una sinistra ormai estremizzata in alleanza addirittura coi 5 Stelle né quei liberali, popolari, cristiani, riformisti di Forza Italia, che sono tanti e che continuano nonostante tutto a stare lì o a non votare».