Settore terziario in lievissima crescita nel territorio del Varesotto. Dicono questi i dati rilevati dallo studio a cura di Spazio Indagine Varese, il centro studi promosso dagli Enti Bilaterali della provincia.
Lo studio riguarda il primo semestre del 2022, in cui, nel complesso il settore è cresciuto dello 0,6% rispetto all’anno precedente. L’economia del Varesotto è in ripresa e sfiora i livelli del 2018, prima della pandemia.
«Ci sono 190 attività in più rispetto al 2021 - illustra il professor Alessandro Minello, docente di economia all’Università Ca’ Foscari - Cresce il numero di imprenditori e cresce l’occupazione, aumentata di 3.500 unità». Ma c’è da evidenziare un’asimmetria della crescita interna a un settore che presenta diverse sfaccettature.
È il turismo il ramo che presenta una crescita, seppur lieve: «Dopo un picco di aumento del 3% dello stesso semestre dell’anno prima - afferma Alessandro Castiglioni, presidente dell’Ente Bilaterale del Turismo - il settore ha una tenuta, con un piccolo aumento e con un saldo positivo di occupazione tra avviamenti e cassazione. Quando parliamo di turismo parliamo di attività recettiva, ristorazione e bar».
Sono 45, tra ristoranti e bar, le attività avviate nel primo semestre del 2022. Molto bene anche il terziario avanzato, con 2.262 avviamenti, e soprattutto il turismo con 3.305 assunzioni.
Al contrario, sul commercio la situazione è in calo: segno meno nel dato sulle unità locali, sugli imprenditori e sull’occupazione: «Emerge una situazione non tra le più rasserenanti, purtroppo - afferma invece Giuseppe D’Aquaro, presidente dell’Ente Bilaterale del Commercio - Un commercio in difficoltà rispetto ai dati prepandemici. C’erano stati segnali importanti di ripresa nel 2022, ma questa crescita ha oggettivamente frenato e in maniera importante. Ci sono state chiusure e perdite di posti di lavoro che destano preoccupazioni».
Il periodo tra gennaio e giugno 2022 ha visto infatti abbassare definitivamente la saracinesca di 99 negozi, con la perdita di 202 posti di lavoro.
Altra distinzione è quella tra le varie zone della provincia. Se i dati sono diminuzione nelle zone di montagna e nelle valli dell’alto Varesotto, un’area in netto aumento dal punto di vista turistico è quella del lago Maggiore, la cui sponda lombarda rimane comunque in netto svantaggio rispetto alle zone del Verbano-Cusio-Ossola: «La provincia di Varese ha un potenziale ancora inespresso - ancora il professor Minello - Gli arrivi svizzeri sono la metà rispetto a quelli del VCO, dove si registrano un migliaio di turisti ogni mille residenti, mentre qui sono meno di cento. Il problema può essere comunicativo: qui il VCO è aggressivo sul mercato svizzero; poi lì investono il ricavato nella qualità di strutture e offerte. Questo è un segnale importante anche per la provincia di Varese».