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Politica | 07 febbraio 2023, 10:40

Sanità, sicurezza, politiche giovanili. Le priorità per la Regione di Vincenzo Orlandino

Il vicesindaco di Vedano Olona è candidato al Consiglio regionale della Lombardia con la lista Patto Civico per Majorino Presidente. «Una persona realmente aperta al dialogo con il territorio», dice del candidato governatore del centrosinistra. Da parte sua, Orlandino intende portare in Regione l’approccio pragmatico e la capacità di semplificazione dell’amministratore locale

Sanità, sicurezza, politiche giovanili. Le priorità per la Regione di Vincenzo Orlandino

La sanità è un tema centrale, ma Vincenzo Orlandino inserisce tra le priorità anche sicurezza e politiche giovanili.
Il vicesindaco di Vedano Olona è candidato al Consiglio regionale della Lombardia alle elezioni del 12 e 13 febbraio, con la lista Patto Civico per Majorino Presidente.
«Un bravissimo amministratore e una persona aperta al dialogo sul territorio», dice del candidato governatore del centrosinistra. Da parte sua, Orlandino intende portare in Regione l’approccio pragmatico e la capacità di semplificazione dell’amministratore locale.

In queste settimane ha girato molto per il territorio, incontrando cittadini e realtà diverse. Su quali temi in particolare è stato sollecitato?
«Sicuramente il tema della sanità è quello maggiormente sentito. Difficoltà legate a prenotazioni e liste di attesa, ma anche esperienze negative per chi si è recato al pronto soccorso o doveva programmare interventi “ordinari”. C’è chi da Varese, per abbattere i tempi, è andato a farsi visitare a Mantova.
Tutti apprezzano il lavoro del personale, ma c’è un modello gestionale che non funziona. E non è un’emergenza emersa nell’ultimo anno, ma stiamo pagando scelte o non scelte degli ultimi dieci anni.
Inoltre, i cittadini chiedono anche più sicurezza. E poi c’è l’assoluta mancanza di politiche su giovani e adolescenti».

Su quest’ultimo tema ha anche promosso un incontro. È un aspetto prioritario, dunque, dal suo punto di vista?
«Assolutamente sì. La Regione ha competenze in materia e fondi da mettere a disposizione. È necessario fare ben di più. Tanto è affidato alle capacità e alle competenze degli specialisti sui territori, che però sono pochi per entrare nelle scuole e sensibilizzare su temi come cyberbullismo e altri fenomeni.
Dobbiamo essere consapevoli che oggi viviamo una realtà che comprende anche il mondo del web e dei social che non conosciamo abbastanza. Occorrono regole chiare, ma anche una intensa attività di formazione e sensibilizzazione per prevenire tante situazioni ed evitare che si aggravino.
È compito dell’istituzione regionale creare la basi perché si affronti il tema nelle scuole con personale formato e competente.
Parliamo sempre di giovani e di investire sul futuro, poi però ci si dimentica di farlo concretamente, partendo proprio dalle scuole, dalla società civile, dal terzo settore. Io lavoro da dieci anni come consulente finanziario, mi occupo proprio del mondo del terzo settore e conosco bene la realtà provinciale di Varese e il contributo delle tante associazioni presenti nel territorio anche in quest’ambito».

Ha citato in precedenza la sicurezza, tema su cui si era soffermato anche in occasione della presentazione della lista e che talvolta viene visto come più caro alla destra.
«Esatto, ma in realtà non è così. La gente chiede più sicurezza, sui mezzi di trasporto, sui treni, nei quartieri. C’è il fenomeno dello spaccio che è dilagante anche nei comuni in provincia, dove ci sono terre di nessuno di cui è difficile occuparsi. Sicurezza e ordine pubblico sono materie dello Stato, ma la Regione ha e deve avere un ruolo anche su questo.
Come assessore alla Sicurezza, a Vedano abbiamo creato una rete di partecipazione che ha coinvolto centinaia di famiglie sul tema della sicurezza partecipata, del prendersi cura del proprio quartiere e della propria via, sensibilizzandole sull’importanza della segnalazione e della collaborazione con le forze dell’ordine. La metà delle criticità che possono emergere viene affrontata e risolta con pochi accorgimenti. Bisogna insistere tanto, perché ne guadagniamo tutti, comprese le istituzioni che riacquisiscono fiducia da parte dei cittadini. E poi chiaramente occorre investire sul territorio, con le polizie locali, con attività di coordinamento con le prefetture e anche con le società di sicurezza privata».

Che cosa vorrebbe portare in Regione della sua esperienza da amministratore locale?
«Sicuramente il dialogo continuo con tutti i soggetti del territorio: cittadini, famiglie, imprese, associazioni. È poi fondamentale l’approccio pragmatico dell’amministratore volto alla risoluzione di problematiche concrete, reali che gli vengono sottoposte.
Abbiamo la fortuna di poterci confrontare quotidianamente con i nostri cittadini e talvolta soltanto ascoltandoli possono emergere delle soluzioni.
E ancora, è importante semplificare tutto il possibile. Abbiamo verificato come l’approccio burocratico serva a poco: l’approccio dell’amministratore locale è volto proprio alla massima semplificazione delle procedure, all’interno chiaramente di un quadro normativo chiaro e definito. Noi siamo dei facilitatori sul territorio».

Ha avuto modo di incontrare in più occasioni Majorino. Perché è la persona giusta per guidare la Lombardia?
«Majorino è un bravissimo amministratore, è una persona aperta al dialogo, che vuole stare sul territorio. Mi piace il suo approccio inclusivo: è riuscito a tenere nella coalizione anime e realtà diverse, proprio perché ci unisce la volontà di rilanciare la nostra Regione.
Io credo che lui abbia la capacità, anche per la sua esperienza di amministratore locale decennale, di portare avanti questo progetto molto concreto, sui temi del sociale, sui servizi socio-assistenziali, sull’ambiente. Ha tutta la mia fiducia perché lo riconosco come un interlocutore del territorio, non un interlocutore che sta seduto al 39esimo piano di Palazzo Lombardia».

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