Ospedale Busto/Gallarate a Beata Giuliana, crescono i dubbi sull’ubicazione. Sono emersi anche ieri sera nel dibattito ospitato dalle Scuderie Martignoni, a Gallarate, organizzato da Città è Vita. Moderati dal giornalista Roberto Morandi, i candidati alle regionali Giuseppe De Bernardi Martignoni (Fratelli d’Italia), Giacomo Cattaneo (Terzo Polo) e Samuele Astuti (Partito Democratico) si sono confrontati sul tema. Nessuno ha messo in dubbio l’opportunità di una nuova struttura ma, con sfumature diverse, la sua ubicazione è stata oggetto di riflessione.
De Bernardi Martignoni ha affermato che «…personalmente e come partito abbiamo sempre evidenziato le caratteristiche che deve avere l’ospedale unico, al quale abbiamo sempre creduto. Peculiarità importanti per attrarre eccellenze. Il deterioramento degli ospedali esistenti è evidente. Devono essere preservati e, se sarò eletto, lavorerò per fare in modo che questo avvenga». Detto di punti fermi su numero di posti letto e di iniziative intraprese con parlamentari di Fdi sul tema sicurezza al Sant’Antonio Abate, in merito alla collocazione della nuova struttura il candidato ha ricordato: «Sulla Vas – Valutazione ambientale strategica abbiamo portato delle proposte, a partire dalle vie di accesso, Milano e Filzi». Nelle valutazioni del centrodestra gallaratese, la prima dovrebbe essere potenziata, ma non con risorse comunali, la seconda prolungata, pena enormi difficoltà di accesso.
Così Giacomo Cattaneo, gallaratese come Martignoni, fra i partecipanti a un recente flash mob in pieno centro a difesa del Sant’Antonio Abate: «Sono convinto che l’ospedale unico ci voglia. Questo non significa che sugli ospedali di Busto Arsizio e Gallarate non si debba intervenire. La nuova struttura porterebbe una enorme quantità di vantaggi ma quelle esistenti non devono essere dismesse: prima di avere l’ospedale unico ci vorranno dieci anni. Quanto all’area individuata: il collegamento è da rivedere. Beata Giuliana potrebbe andare bene ma io avrei considerato anche la caserma dell’aeronautica».
L’intervento più duro è stato quello di Samuele Astuti (il collega di partito Giovanni Pignataro, in una recente commissione comunale, ha parlato di un ospedale "a misura di elicottero" o raggiungibile solo con il teletrasporto): «Quello che è avvenuto sull’ospedale unico è l’esempio di un disastro. È stato annunciato più di sette anni fa, senza un progetto e un percorso per arrivarci. Nel frattempo gli ospedali esistenti si sono depotenziati. La situazione è drammatica. Sono andati a morire due accordi di programma, uno durante l’assessorato di Giulio Gallera e uno con quello di Letizia Moratti. La Vas sostanzialmente boccia la struttura che comporterebbe opere gigantesche ed espropri. Si immagina che, per raggiungerla in quella posizione, il 40 per cento del flusso da e per l’ospedale avvenga con mezzi pubblici, in bicicletta o a piedi (uno scenario ritenuto improbabile, soprattutto per gli utenti, Ndr)». La conclusione di Astuti: «Occorre pensare ad aree diverse». Presente, fra il pubblico, il consigliere Pignataro che, nei giorni precedenti, aveva lanciato l’allarme: «Ci troviamo di fronte a problemi pressoché irrisolvibili».